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In marcia contro Monsanto: Italia assente

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Centinaia di migliaia di persone nel mondo sabato hanno partecipato alla terza edizione di March against Monsanto, iniziativa partita da gruppi di attivisti che si sono messi in rete raccogliendo innumerevoli adesioni. Ma in Italia silenzio assoluto e nessuna marcia.
Si è tenuta sabato in 38 paesi e in 428 città la terza edizione della Marcia contro Monsanto, manifestazione organizzata da gruppi di attivisti che si sono uniti in una rete che ha messo radici in tutti i continenti. Ma l’Italia non ha partecipato quest’anno, nessuna iniziativa, nulla sui media mainstream. Eppure di ragioni ce ne sarebbero state da vendere per organizzare la partecipazione e manifestazioni sul territorio nazionale. Lo Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha inserito il pesticida glifosato della Monsanto tra i potenziali cancerogeni e, mentre questo accadeva, il governo italiano anziché pensare a metterlo al bando pensa ad un piano per l’uso “sostenibile” dei prodotti chimici in agricoltura. Peraltro proprio in questo periodo (benché nessuno ne parli) l’Italia deve decidere quale posizione prendere sulla coltivazione di ogm (di cui Monsanto è leader nel mondo) secondo la direttiva dell’Unione Europea, cioè deve decidere se dare l’ok per la coltivazione o mettere il divieto e le pressioni naturalmente sono fortissime. «Non v’è dubbio che questa iniziativa, la March against Monsanto, sia una delle maggiori prganizzate dal basso per protestare contro la multinazionale dell’agrochimica» ha detto Anthony Guicciardi, portavode degli attivisti in America.
Prendiamo tutti nota: l’Italia non c’era. Speriamo che non sia perché ha gettato la spugna.
 

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