Indigeni minacciati in India
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Ma gli abitanti del villaggio hanno riferito a Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, che si sono sentiti “minacciati” e “costretti con l’inganno” a firmare un documento di sfratto stilato dagli agenti forestali. Secondo le loro testimonianze, non sapevano cosa dicesse il documento (la maggior parte di loro non sa leggere o scrivere in Oriya, la lingua in cui era scritto), e solo in seguito è stato detto loro che non c’è terra disponibile in cui possano essere trasferiti.
“Preferiamo morire piuttosto che lasciare il villaggio” ha detto un altro uomo, Telenga Hassa. “Il dipartimento forestale ci sta facendo pressione per farci andar via, ci minacciano dicendoci cose come: ’se cercherete di rimanere vi denunceremo alla polizia, diremo che siete Maoisti e vi arresteremo’.”
I popoli indigeni sanno prendersi cura del loro ambiente meglio di chiunque altro e il Forest Rights Act indiano riconosce il loro diritto a vivere nelle e delle foreste, e a gestirle e proteggerle.
In tutta l’India, però, i popoli indigeni vengono sfrattati illegalmente dalle loro terre ancestrali nel nome della conservazione, in particolare dalle Riserve delle tigri. Oltre a subire minacce e persecuzioni, ricevono promesse di risarcimento in terra, case e denaro, ma spesso ricevono poco o nulla.
“Molte delle foreste indiane in cui le tigri sono sopravvissute, sono state custodite dai popoli indigeni, che sanno prendersi cura del loro ambiente meglio di chiunque altro” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “Ma ora il governo utilizza minacce e inganni per costringere i popoli indigeni ad andarsene nel nome della conservazione, lasciandoli nella miseria. Come se non bastasse, le foreste delle tribù vengono aperte ogni anno a migliaia di turisti, e il bracconaggio e il disboscamento illegale dilagano. È giunto il momento che l’industria della conservazione si schieri contro questa ingiustizia.”