L’approvazione dell’emendamento «che consente la localizzazione degli impianti del Piano “Italia 5G” anche in deroga ai regolamenti comunali rappresenta un attacco all’autonomia dei Comuni nella gestione del territorio, che era stata sancita dalla legge 36/2001»: a dirlo è Isde, Associazione Medici per l’Ambiente.
L’approvazione dell’emendamento «che consente la localizzazione degli impianti del Piano “Italia 5G” anche in deroga ai regolamenti comunali rappresenta un attacco all’autonomia dei Comuni nella gestione del territorio, che era stata sancita dalla legge 36/2001»: a dirlo è Isde, Associazione Medici per l’Ambiente che stigmatizza ciò che è accaduto in Parlamento e che permetterà di bypassare le decisioni dei Comuni sulla limitazione delle installazioni delle antenne del 5G.
«A partire dal 30 dicembre 2023, con l’entrata in vigore dell’Art. 10 del Decreto Legge 214, noto come “Decreto Concorrenza”, il valore di attenzione del campo elettrico per gli impianti di telecomunicazioni è stato aumentato da 6 V/m a 15 V/m. Questo rappresenta un incremento di un fattore 2,5 del valore iniziale e un aumento della densità di potenza del campo elettromagnetico di un fattore pari a 6,25 – scrive Isde – Questo aumento delle soglie di sicurezza è stato implementato in assenza di autorizzazioni sanitarie da parte del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) o di altri enti accreditati. Tale provvedimento risulta ancora più critico considerando che, già dal Decreto Crescita 2.0 del 2012, la misurazione delle emissioni elettromagnetiche viene effettuata sulla media delle 24 ore anziché sui 6 minuti originariamente previsti, esponendo così la popolazione italiana a maggiori rischi nelle ore di picco del traffico telefonico».
Poi è arrivato l’emendamento di giugno, manovra, secondo Isde, che «richiama tentativi simili effettuati nel passato, come il decreto Gasparri del 2002, che fu dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 303/2003. La difesa del territorio, dell’ambiente e della salute devono rimanere competenza delle istituzioni locali, come sancito dagli articoli 115 e 117 della Costituzione Italiana. Ora la parola passa ai governatori delle varie Regioni e ai Comuni. In passato, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) non ha difeso con vigore il Principio di Precauzione durante l’iter del Decreto Legge 214 del 30 dicembre 2023. L’ANCI ha inoltre siglato un protocollo d’intesa con il governo e gli operatori di telecomunicazioni per facilitare la diffusione delle reti mobili 5G, puntando a incentivare la densificazione delle infrastrutture di rete in barba agli appelli sanitari indipendenti».
«Le nuove direttive pongono importanti interrogativi sul futuro della pianificazione territoriale e della tutela dei siti sensibili. Le Regioni e i Comuni saranno in grado di difendere i propri regolamenti e garantire la sicurezza della popolazione?» si chiede sempre Isde.
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Letture utili
“È tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno”. Fiorella Belpoggi ha preso in carico le parole di Marie Curie e le ha fatte sue, diventando una scienziata di fama mondiale senza perdere misura, né gentilezza.
Raccontare la sua storia significa ripercorrere la specificità di una ricerca indipendente, unica in Italia per il semplice fatto di essere finanziata non dall’industria o da qualche università, ma da oltre 30.000 soci, tra semplici cittadini, associazioni ed enti vari. Sono questi, infatti, i finanziatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna, di cui la Belpoggi è direttrice. Un ente di ricerca autonomo, libero da qualsiasi pressione, nato per evidenziare le strette connessioni tra ambiente e salute e disvelare i guai provocati da un’idea malsana di progresso, con tutte le sue conseguenze. Un percorso, quello della Belpoggi, faticoso, accidentato, per molti versi complicato, ma anche ricco di scoperte esaltanti, incontri stupefacenti e riconoscimenti internazionali.
Il libro, scritto a quattro mani da Fiorella Belpoggi e dalla giornalista Licia Granello, è la storia dell’utopia realizzata di una ricerca scientifica dal basso, orientata al bene comune e non agli interessi di parte, i cui studi, condotti nel corso di oltre 40 anni su oltre 200 agenti chimici, hanno costituito la base scientifica normativa a livello nazionale e internazionale.
Parte dei proventi di questo libro andranno a sostegno delle attività dell’Istituto Ramazzini – www.istitutoramazzini.it
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Il libro offre una panoramica dei rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici.
L’autore indica i confini e le linee guida dell’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante e tipica dell’Era Elettromagnetica, patita da un numero sempre più grande di cittadini invisibili, costretti alla fuga da città e modernità. Nel libro sono raccolte le testimonianze dei malati e le sentenze che stabiliscono il nesso telefonino=patologie; vengono raccontati i lati oscuri dell’elettrosmog e svelate le incongruenze, le distorsioni metodologiche e i conflitti d’interesse. Capitoli molto importanti sono inoltre dedicati alle più efficaci terapie elettrodesensibilizzanti, che vengono in aiuto per cercare di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici sugli esseri umani.
Un libro inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.
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Cosa sappiamo davvero del 5G e dei suoi effetti? Smart city, intelligenza artificiale, wi-fi irradiato dai satelliti, robotica e automazione, raccolta e controllo dei nostri dati… tutto questo verso quale futuro ci sta traghettando? L’autore, passando in rassegna documenti inediti, studi e dichiarazioni ricostruisce le origini, le relazioni, i conflitti d’interesse e i pericoli del presente e del futuro ipertecnologico.
Un libro-inchiesta di stringente attualità che dà voce ai cittadini, agli esperti, ai medici e agli scienziati che si sono impegnati per evidenziare i lati oscuri del wireless di quinta generazione.
Nessuno è poi in grado di prevedere quali saranno gli effetti dell’accumulo così elevato di radiofrequenze sull’ambiente e la salute dell’uomo e degli animali. Allora perché non far valere il principio di precauzione, che dovrebbe essere applicato a ogni nuovo prodotto per limitarne la diffusione fino a quando non ci sono prove certe della sua innocuità?
Purtroppo con il 5G questo non sta accadendo.