Amnesty International ha lanciato un appello per chiedere il cessate il fuoco a entrambe le parti coinvolte nel conflitto in Israele e nei Territori palestinesi occupati, «allo scopo di fermare e prevenire ulteriori uccisioni di civili e garantire l’accesso agli aiuti umanitari per le persone nella Striscia di Gaza, coinvolte in una catastrofe umanitaria senza precedenti».
Amnesty International
ha lanciato un appello urgente per chiedere il
cessate il fuoco a entrambe le parti coinvolte nel conflitto in Israele e nei Territori palestinesi occupati, «allo scopo di fermare e prevenire ulteriori uccisioni di civili e garantire l’accesso agli aiuti umanitari per le persone nella Striscia di Gaza, coinvolte in una
catastrofe umanitaria senza precedenti».
«È necessario agire urgentemente per proteggere i civili e prevenire un’ulteriore inimmaginabile livello di sofferenza umana. Sollecitiamo tutti i membri della comunità internazionale a unirsi per chiedere un cessate il fuoco immediato a tutte le parti coinvolte nel conflitto», ha ribadito Agnes Callamard, come ha ripreso anche Amnesty. Che aggiunge: «Amnesty International si unisce all’appello per un cessate il fuoco della Relatrice speciale per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, delle agenzie dell’Onu attive in Palestina e di numerosi esperti sui diritti umani, rappresentati da una vasta gamma di procedure speciali dell’Onu. Anche il Segretario generale delle Nazioni Unite e l’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite si sono uniti a questa richiesta».
“Di fronte all’aggravarsi di una catastrofe umanitaria senza precedenti a Gaza, un immediato cessate il fuoco di tutte le parti in conflitto è essenziale per consentire alle organizzazioni umanitarie di far arrivare sufficienti aiuti nella Striscia di Gaza, in modo sicuro e incondizionato. Il cessate il fuoco consentirebbe inoltre agli ospedali di ricevere i medicinali, l’acqua e le attrezzature salvavita di cui hanno disperatamente bisogno, nonché di riparare i reparti danneggiati”, ha aggiunto Callamard.
Amnesty International ha anche ribadito le sue richieste:
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porre immediatamente fine agli attacchi illegali e rispettare il diritto internazionale assicurando l’adozione di tutte le fattibili precauzioni per ridurre al minimo le perdite civili e i danni agli obiettivi civili e astenendosi da attacchi diretti contro civili e obiettivi civili, così come da attacchi indiscriminati e sproporzionati;
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a Israele, di consentire immediatamente l’accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari destinati alla popolazione civile di Gaza e di porre fine al blocco illegale che dura da 16 anni, nonché di consentire accesso immediato alla Commissione indipendente d’Inchiesta sui Territori palestinesi occupati;
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alla comunità internazionale, di imporre un embargo sulle armi a tutte le parti coinvolte nel conflitto, considerando che si stanno commettendo gravi crimini di diritto internazionale;
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sempre alla comunità internazionale, si assicurare che le indagini in corso della Corte penale internazionale sulla situazione in Palestina ricevano pieno sostegno e le risorse necessarie;
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ad Hamas e agli altri gruppi armati palestinesi, di rimettere in libertà gli ostaggi civili immediatamente e senza condizioni e, nel frattempo, di trattarli con umanità fornendo loro tutti gli aiuti e l’assistenza medica necessari;
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a Israele, di scarcerare tutti i palestinesi che si trovano in detenzione arbitraria;
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di esaminare le profonde cause del conflitto e lo smantellamento del sistema di apartheid imposto da Israele a tutti i palestinesi.
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LETTURE UTILI
Pensato come un vero e proprio atlante, dove ogni conflitto ha pari dignità, è un annuario aggiornato delle guerre in atto sul Pianeta. Vengono analizzate e spiegate le ragioni di tutti gli scontri armati in corso: chi combatte e perché, qual è la posta in gioco e le ragioni che muovono al conflitto.
Senza prendere posizione a favore di qualcuna delle parti in causa, l’Atlante è uno strumento fondamentale di informazione e di costruzione di una coscienza civile.
L’IX edizione dell’Atlante ha il suo focus sulle conseguenze della guerra in Ucraina.
Contiene dossier tematici su:
– crisi alimentare generata dal conflitto Russia-Ucraina
– riarmo e nuovo pericolo nucleare
– pandemia da Covid19: a che punto siamo?
– il dramma dei civili in zona di guerra e le evoluzioni del diritto umanitario (in collaborazione con Anvcg e Intersos)
– schede conflitto e infografiche generali
Ass. Culturale 46° Parallelo
L’Associazione 46° Parallelo è nata a Trento. È nata per la voglia di affrontare alcuni temi, o forse di agire. Si è chiamata Associazione geografica, perché di geografia – intesa come conoscenza dei luoghi, delle persone, delle storie – si parla sempre meno. Si è detta culturale, perché suona bene. Soprattutto, però, l’associazione cerca di usare gli strumenti che ha disposizione – legati ai mestieri dei fondatori – per raccogliere fondi da investire in progetti di solidarietà e culturali.
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Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia.
Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti.
Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.
Gli autori
Raffaele Crocco è direttore responsabile dell’
Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo , dei siti atlanteguerre.it, atlasofwars.com, ed è direttore editoriale di
Unimondo. È stato giornalista RAI, collaboratore delle trasmissioni
Est Ovest e
Mediterraneo. Ha lavorato come inviato di guerra, è autore di libri e documentari.
Emanuele Giordana, giornalista e asiatista, già docente di Cultura indonesiana, direttore di Ecoradio e del mensile Terra, insegna giornalismo ed è cofondatore di Lettera 22. È presidente dell’associazione Afgana e ha scritto saggi, curato collettanee di geopolitica. Scrive per diverse testate ed è direttore editoriale del sito atlanteguerre.it.