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Kamikaze fanno strage a Lahore e Babil: i morti sono tutti uguali

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Dopo Bruxelles, Lahore in Pakistan, poi Babil in Irak. Sono 72 i morti e 320 i feriti provocati dall’attentato messo a segno da un kamikaze in un parco di Lahore, in Pakistan, dove si erano raccolte molte persone per celebrare la festività pasquale. La grande maggioranza delle vittime è costituita da donne e bambini. In Irak 41 morti allo stadio, di cui 17 avevano dai 10 ai 16 anni. Eppure l’indignazione dell’Europa non è mai uguale.
Attentato il giorno di Pasqua in Pakistan. Fra le vittime una trentina sono bambini, che nel momento dello scoppio utilizzavano i giochi e le attrezzature sportive del Gulshan-e-Iqbal Park. Le autorità hanno indetto tre giorni di lutto, mentre si cerca di risalire ai responsabili del movimento Jamat ul Ahrar che ha rivendicato l’attentato.
La polizia pachistana ha arrestato nelle ultime ore 15 persone. Lo riferisce Geo Tv. Fra gli arrestati, si è appreso, vi sono anche tre fratelli del giovane kamikaze che si è fatto esplodere fra le famiglie che trascorrevano la Pasqua nel Gulshan-e-Iqbal Park della città. L’attentatore suicida è stato identificato come Yousuf, 28 anni, figlio di Ghulam Farid e residente nel distretto di Muzzafargarh.
 “La strage orribile di decine di innocenti nel parco di Lahore getta un’ombra di tristezza e di angoscia sulla festa di Pasqua. Ancora una volta l’odio omicida infierisce vilmente sulle persone più indifese”. Lo dichiara padre Federico Lombardi, sull’attentato in Pakistan, come riporta l’ANSA. “Insieme al Papa – che è stato informato – preghiamo per le vittime, siamo vicini ai feriti, alle famiglie colpite, al loro immenso dolore, ai membri delle minoranze cristiane ancora una volta colpite dalla violenza fanatica, all’intero popolo pachistano ferito”.
La strage è stata rivendicata dai talebani del gruppo Jamatul Ahrar. Secondo quanto riferito all’ANSA da Xavier P. William, responsabile dell’ong Life for All Pakistan che si occupa di diritti delle minoranze religiose, almeno 51 vittime e 157 feriti appartengono alla comunità cristiana. I sopravvissuti hanno detto di aver visto i corpi smembrati dalla deflagrazione riversi in pozze di sangue. Per trasportare i numerosi feriti negli ospedali sono stati usati i taxi e gli autorisciò che erano parcheggiato all’uscita del parco. Il governo di Islamabad ha dispiegato alcuni reparti dell’ esercito per facilitare le operazioni di soccorso. La polizia ha confermato la presenza di un kamikaze e anche l’uso di sfere metalliche nell’esplosivo per aumentare l’effetto letale. Al momento della strage c’era una grande folla nel parco a tal punto che le vie di accesso erano intasate dal traffico. E’ emerso che non c’era alcun servizio d’ordine a protezione dei numerosi ingressi del parco pubblico che è uno dei più grandi di Lahore. Il massacro è stato duramente condannato da India, Stati Uniti e anche dall’Italia.
L’attentato di Lahore arriva a pochi giorni da quello di Bruxelles. E la vigilia di Pasqua, un altro attentato in Iraq aveva ucciso 41 persone, ferendone altre 100; l’attentato suicida è avvenuto nel villaggio di Iskanderiyah, nella provincia irachena di Babil a circa 50 chilometri a sud di Bagdad, dove un attentatore si è fatto esplodere in uno stadio dopo un torneo di calcio. Lo ha riferito un funzionario della direzione sanitaria della provincia di Babil. Da quanto si è appreso17 vittime avevano un’età compresa tra i 10 ed i 16 anni. Tra i morti figura anche il sindaco del villaggio Ahmed Shaker. Lo Stato islamico avrebbe rivendicato l’attentato, come riferito dal portale “Site”.
L’indignazione non può e non deve fare distinzione fra morti e paesi. Basta guerra, basta delitti, basta morti. Basta per tutti, non ci possono essere guerre giuste o sbagliate!

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