Le proteste contro la brutalità della polizia americana e il caso di George Floyd, morto dopo che un agente gli aveva tenuto il ginocchio sul collo, stanno incendiando Minneapolis e la protesta si è diffusa anche a New York, Louisville, Washington e in California.
Le proteste contro la brutalità della polizia americana e il caso di George Floyd, morto dopo che un agente gli aveva tenuto il ginocchio sul collo per quasi nove minuti, stanno incendiando Minneapolis e la protesta si è diffusa ache aNew York, Louisville, Washington e in California.
La famiglia di Floyd contesta l’esito dell’autopsia condotta sull’uomo, che esclude la morte per asfissia o strangolamento, e chiede che venga condotto un secondo esame, indipendente. La famiglia dell’afroamericano morto lunedì sera (la scena è stata ripresa in un video) si è rivolta al medico legale perché conduca una seconda autopsia e l’avvocato che segue i familiari ha dichiarato che non c’è fiducia nelle informazioni che provengono «dal dipartimento di polizia».
La sede della polizia a Minneapolis è stata distrutta, il governatore della Georgia ha dichiarato lo stato di emergenza in un’ampia area, a Detroit è rimasto ucciso un manifestante, i disordini continuano, la rabbia è tantissima e le proteste della popolazione chiedono che si ponga fine alle violenze e ai soprusi di cui accusano le forze di polizia.
Derek Chauvin, l’agente che ha provocato la morte di Floyd, è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo. Lo hanno soprannominato l’agente killer: nel video shock che ha sconvolto l’America e il mondo intero lo si vede, appunto, mentre col suo ginocchio preme sul collo di una persona inerme, immobilizzata a terra e che implora di poter respirare. Insieme a tre suoi colleghi Chauvin era stato già licenziato. Ora è sotto indagine dell’Fbi, ma nei suoi confronti non sono stati ancora emessi capi di accusa.
La vicenda di Floyd pare anche riportare sotto i riflettori il movimento Black Lives Matter, nato nel 2013 dopo l’omicidio di
Trayvon Martin. Come ha spiegato l’Economist
in un articolo, il movimento è stato al centro del dibattito politico durante la presidenza Obama, soprattutto dopo
i disordini di Ferguson del 2014. Ma negli ultimi anni, sotto la presidenza di Donald Trump, i suoi attivisti hanno trovato sempre meno spazio, anche se il razzismo contro i neri non è stato superato e gli omicidi della polizia sono ancora frequenti.
Un nuovo video diffuso mostra che Floyd non ha opposto resistenza all’arresto
https://www.youtube.com/watch?v=ZWzkgKPZWcw