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La terra parla, in ricordo di Rocco Scotellaro

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Si inaugura domenica 2 agosto alle ore 18.30 la mostra dal titoloLa terra Parla-Ritorno nella terra di Rocco Scotellaro,al Palazzo Ducale di Tricarico, con le fotografie di Giuditta Pellegrini. La mostra permarrà fino al 23 agosto. 
La mostra che si apre il 2 agosto a Tricarico, in Basilicata, ricorda la figura dello scrittore e poeta Rocco Scotellaro e rimanda il visitatore alle lotte contadine che hanno segnato un’epoca.
«Il paese è vuoto e se alzi gli occhi, l’aria ti prende, hai voglia di goderla, di riempirla di te, quella ti prende nelle braccia sue e si sentono le nenie che hai già sentito, esclamano le stesse vacche da Serra del Cedro, ritornano i giorni passati con i fatti che successero e le tinte di allora, i luoghi, la vigna»,dicevaScotellaro
«Tricarico è un paese del materano simbolico per molti versi – spiega Giuditta Pellegrini, fotografa autrice delle immagine in esposizione e collaboratrice di Terra Nuova – Nel secondo dopoguerra fu teatro di numerose lotte contadine, in cui interi paesi, poverissimi, si riversavano in massa sulle terre abbandonate dei latifondisti occupandole. Queste lotte portarono alla riforma fondiaria del 1950, che sancì nel sud Italia la fine della mezzadria e l’inizio della nuova agricoltura basata sul modello industriale.Qui visse e agì Rocco Scotellaro, scrittore e poeta, che fu sindaco del paese a 23 anni, e appoggiò le lotte per la terra portando all’attenzione degli intellettuali il contesto rurale italiano che la Basilicata degli anni ’50 incarnava come ultimo baluardo di un mondo al tramonto. Scotellaro morì giovanissimo a soli 30 anni, ma la sua figura fu sempre ispiratrice, a partire dagli anni ’70, in cui la Basilicata divenne la mecca del reportage engagè, attirando registi, antropologi, fotografi. Ancora oggi qualcosa permane di quel contesto: una comunità unita intorno a delle tradizioni ancora vive, come un’isola in un mare di oblioche ci narra delle nostre radici contadine. Sullo sfondo, la figura del giovane sindaco emerge ancora nitida, e fa da contrafforte simbolico ad un presente che si mostra nella sua transitorietà».
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