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La verità su Viola Tesi

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Viola Tesi, ospite di Servizio Pubblico su La7, ha detto di aspirare ad aprire una gelateria. Dimessa, di modi semplici, ha però avuto un’illuminazione geniale, peraltro preparata per far breccia: una
a Grillo perché voti la fiducia a Bersani. Ma subito c’è chi ha scavato per scoprire chi fosse questa ragazzina cui il quotidiano La Repubblica ha dato credito e spazio enormi. E viene fuori che era del Partito dei Pirati…
Lei, Viola Tesi, ospite di Servizio Pubblico su La7, ha detto di aspirare ad aprire una gelateria. Dimessa, di modi semplici, ha però avuto un’illuminazione geniale, peraltro preparata per far breccia: una
a Grillo perché voti la fiducia a Bersani. Ma subito c’è chi ha scavato per scoprire chi fosse questa ragazzina cui il quotidiano La Repubblica ha dato credito e spazio enormi.
Viola Tesi ha raccontato alla trasmissione di Santoro, con fare dimesso e modi semplici, che il suo sogno è quello di aprire una gelateria in Italia e che questo Paese ha bisogno di cose concrete e che per questo Grillo deve sostenere il governo Pd. Santoro l’ha invitata perché l’iniziativa di questa ragazza, una petizione che in pochissimi tempo ha raccolto decine e decine di migliaia di firme, ha avuto un’eco mediatica come veramente di rado si vede e il quotidiano La Repubblica le ha dedicato tantissimo spazio e ancor più attenzione. Propone riflessioni posate, ragionevoli, che in molti condividono. Ma chi è Viola Tesi? Non è quella poveretta dell’omonimo profilo Facebook che, martoriata di messaggi, ha dovuto scrivere sulla sua bacheca “Non sono la Viola Tesi della petizione di Grillo”. E’ invece, secondo uno dei segugi della rete, quelli che ora chiamano blogger, una militante del partito dei pirati.
 “Forse questa
– scrive Claudio Messora in un intervento postato anche sul sito di Beppe Grillo –  che all’improvviso spunta fuori dal nulla, con una petizione pro fiducia (pro Pd) in rete, guarda caso su un sito che nulla ha a che fare con il M5S, raccogliendo magicamente decine di migliaia di firme, non è esattamente espressione della base del Movimento. Potrebbe mai esserlo una che fino a un paio di mesi fa almeno militava convintamente nella base del Partito Pirata? Lo stesso partito pirata che deve vedersela con quel Marco Marsili che proprio durante le scorse elezioni,
o chi per essi,
cercando di distruggerlo? Ed ecco,
, una delle tante conversazioni che provano la sua partecipazione attiva nella base del Partito Pirata. Può una attivista convinta di un altro movimento, a uno o due mesi dalle elezioni, diventare come per magia espressione della base del M5S ed essere rilanciata, in primis da Repubblica, il giornale della tessera numero uno del PD (De Benedetti), con la sua petizione pro Pd (adesso capite la ragione delle regole sulle candidature di Grillo)? E le 75mila firme raccolte, come per magia, in meno di 48 ore, sono della base del M5S?”.
“E’ evidente che se una di un altro partito viene spacciata per una rappresentante della base del M5S solo perché pubblica una lettera su un sito qualunque, con la stessa nonchalance si possono far votare decine di migliaia di militanti di un qualunque altro partito sotto a una petizione qualsiasi e poi spacciare le firme come la prova evidente che la base del M5S (o quella dell’ultimo partito della Nuova Guinea) è compatta contro il suo leader. E si può perfino arrivare a colonizzare un intero blog, con iscrizioni mirate dell’ultima ora. Tant’è vero che alcuni, tra i firmatari, non si fanno neppure scrupolo di mascherare il fatto non solo di non essere appartenenti alla base del Movimento Cinque Stelle, ma neppure di essere espressione di quegli 8 milioni e mezzo di italiani che hanno condiviso e votato le proposte di Grillo”.
 
 
 

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