All’asta per l’assegnazione delle frequenze del 5G parteciperanno i colossi TIM, Vodafone, Telecom, Fastweb e Wind con l’incognita per gli “esordienti” Iliad e Open Fiber. Lo Stato stima un introito complessivo di 2,5 miliardi di euro (nel 2000, nell’asta per le frequenze del 3G-UMTS, erano stati incassati 26.750 miliardi di lire).
Ma quel che più preoccupa è l’annunciato innalzamento delle soglie limite per l’inquinamento elettromagnetico, sempre più pervadente e ubiquitario; con lo sbarco del 5G verrebbe infatti inevitabilmente stravolta la legislazione italiana e i livelli di emissioni potrebbero aumentare spaventosamente. La preoccupazione è soprattutto per le possibili ripercussioni sulla salute pubblica, sempre più minacciata da questo pericolo invisibile. Anche perché potrebbero averla vinta i cosiddetti conflitti di interesse. E quanto sta accadendo parrebbe dimostrarlo.
Maurizio, spiegaci cosa sta accadendo e quali sono gli elementi che preoccupano.
“Lo partita si decide altrove, non in Italia, ma nel cuore di Europa, America e degli enti mondiali di controllo sanitario. Proprio pochi giorni fa s’è verificato esattamente quello che ho anticipato nel
libro, dove ho evidenziato
anomalie, distorsioni metodologiche e clamorosi conflitti d’interesse alla base del grande business globalizzato, interattività e comunicazioni senza fili. La Commissione internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), la scorsa settimana ha – guarda caso – bollato come ‘non convincenti e da non prendere per buoni’ i risultati del National Toxicology Program e dell’Istituto Ramazzini di Bologna, autori dei più grossi studi mai condotti al mondo sugli effetti cancerogeni delle radiofrequenze emesse da telefoni cellulari e antenne di telefonia mobile. Studi che, inequivocabilmente, attestano il rischio tumori maligni, infarto, cancro. E’ un segnale da non sottovalutare, nonostante la revisione in materia di cancerogenesi sia delegata all’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancr; è un messaggio che deve far riflettere, perché l’ICNIRP è quell’organismo (privato) autore di uno studio, vecchio di vent’anni, su cui ancora oggi si fondano tesi e convinzioni dei negazionisti, quelli che negano gli effetti biologici dei pervadenti campi elettromagnetici. Pensate: quando 20 anni fa lo ICNIRP deliberò per i soli effetti termici, simulando per altro il surriscaldamento del corpo umano con manichini riempiti di gel, all’epoca si era a cavallo tra 2G e 3G, mentre ora impazza il 5G… “
Quindi, cosa dobbiamo aspettarci?
“È come se vendessi ingegneria aeronautica omologata col brevetto del modellino di un aereo da collezionismo. Ma non mi sorprende. Perché invece di recepire gli aggiornamenti della ricerca scientifica più avanzata, ci sono evidentemente forze contrarie che hanno l’interesse ad oscurare i risultati sulla cancerogenesi dell’elettrosmog! Non è serio Anche perché c’è in ballo la tutela della salute pubblica: se passasse la revisione al rialzo dell’elettrosmog da possibile (Classe 2B) a probabile (Classe 2A) se non addirittura a cancerogeno certo per l’uomo (Classe 1), dall’oggi al domani crollerebbe l’impalcatura – per altro di dubbia trasparenza – su cui a forza di spot televisivi e massici investimenti pubblicitari è stato costruito l’immaginifico castello sull’innocuità di antenne, Wi-Fi, wireless. Ma questo, a quanto pare, oggi non sembra essere una priorità, non è nemmeno all’ordine del giorno del Governo Conte, che inaugura l’asta per le frequenze del 5G col bonario sorriso del vice-premier Di Maio, nonostante la Costituzione garantisca il diritto alla salute, che il 5G potrebbe minare ….”
Con quali conseguenze?
“Ogni giorno in più che passa senza l’adozione di contromisure governative per la protezione della popolazione sempre più esposta alle irradiazioni, si hanno da un lato un incremento di fatturato per la lobby del wireless e dall’altro l’incontrastata avanzata del pericolo invisibile che, metro dopo metro, come una partita a Risiko sta praticamente coprendo ogni zolla di terra nel mondo occidentale con rischiose irradiazioni pulsate: con la scusa del progresso e del futuro smart, col 5G ci stanno sommergendo di campi elettromagnetici, nuove radiofrequenze, prima a solo uso militare, uno tsunami di microonde millimetriche su esseri viventi, case, scuole, ospedali, parchi giochi e persino aree naturali protette. Andranno a sommarsi a quel groviglio di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici già prodotti da elettrodotti, 60.000 antenne messe di solito sui tetti dei palazzi e 24.000 Wi-Fi pubblici, per non parlare delle utenze private e degli Smart meter, i contatori energetici in wireless. Ma non solo…”
Da cosa dobbiamo guardarci soprattutto?
“L’escalation è continua, anche a livello giornalistico si fatica a star dietro a quest’evoluzione di numeri, un’avanzata che assume sempre più i contorni di una vera e propria crociata, un’invasione esistenziale, condotta nell’oscurità da nuovi predatori tecnocrati. I cittadini non sono informati, i mass media (tranne poche accezioni) tacciono, non si fa più inchiesta, ad esempio non si dice che non c’è uno straccio di studio preliminare condotto a medio-lungo termine sugli effetti cumulativi e multipli di tutte queste radiofrequenze… cosa causeranno ad ambiente, animali e umanità …. Niente, non sappiamo niente, eppure solo negli ultimi dieci giorni abbiamo assistito: all’annuncio del progetto 5G-Carmen (18,5 milioni di euro, quasi tutti erogati dall’Unione Europea) che collegherà in wireless l’intero corridoio autostradale tra Bologna e Monaco. Poi Torino ha inaugurato 7 delle prime 14 antenne del WI-FI del 5G. E col piano Junker l’Europa (soggetto pubblico) ha ufficialmente prestato 500 milioni di euro a Nokia (azienda notoriamente privata) per investire sul 5G. Infine Roma, dove la Sindaca Raggi è stata di parola, nonostante la moratoria avanzata da medici e associazioni di malati: sull’intera Capitale sono stati installati 200.000 lampioni pronti alle connessioni wireless che presto irradieranno le intere città con le nuove frequenze, partito il 5G”.
È vero che stanno pensando di installare ripetitori anche sui lampioni della luce?
“Sì, ed è solo l’inizio. La chiamano infrastruttura d’avanguardia, dicono serva ‘per rendere le città più vivibili’. Nell’Era Elettromagnetica delle ‘Digital City’ sono le ‘Smart Lighting’, non più i normali lampioni della luce di una volta, accusati di sprecare energia, ma sistemi di telecontrollo dell’illuminazione pubblica e monitoraggio digitale. Funzionano a LED, pensati per la sensoristica sono in realtà mini-antenne Wi-Fi, supportate da tecnologia powerline per le microonde millimetriche del 5G. Solo Enel X ha annunciato l’installazione di 1 milione e 800 mila di questi nuovi lampioni LED-wireless, li piazzerà in ogni strada di 3.300 città italiane. Uno ogni manciata di metri. Temo per la vita…”
Temi per la vita di chi?
“Principalmente degli elettrosensibili (EHS), dei malati di sensibilità chimica multipla (MCS), di quelle migliaia di cittadini ‘invisibili’ le cui storie sono narrate nel mio libro, di quel numero sempre più crescente di persone che soffrono di una malattia ambientale altamente invalidante, ma commercialmente scomoda, che scatena violentissime reazioni multiorgano quando il corpo impatta con sostanze chimiche di uso comune o campi elettromagnetici anche a bassa intensità, parliamo persino di 0,2-0,6 V/m. Figuriamoci cosa potrebbe accadere a 61 V/m se l’avvio del 5G significasse innalzare di 110 volte il limite soglia per compiacere milioni di lampioni-wireless.”
Lo scenario non è rassicurante….
“Infatti! Potrebbe essere l’inizio della fine. Il 5G come un’arma! Come è successo ad altri cittadini inascoltati: i casi limite, li riporto nella mie pagine di inchiesta, gente che, pur di non subire l’irradiazione-tortura, dal 2012 ha preferito il suicidio appena vennero attivate le nuove frequenze di 4G e Wi-Fi. Non voglio creare allarmismi, né dire che ‘ci uccideranno tutti’ come leggo in questi giorni nei comprensibili sfoghi sui social, ma nemmeno fare la parte di quel giornalista che fa finta di niente, pensando che problema e notizia non esistano e si gira dall’altra parte…”
Ma la soluzione quale potrebbe essere?
“Certamente optare per osservare il principio di precauzione, minimizzare il rischio, optando per tecnologie meno pericolose e più sicure come il cablaggio e il Li-Fi, privo di minacciose radiofrequenze. Oppure, come ho riportato in un recente articolo, c’è l’idea di occupare simbolicamente la Basilicata per far scoppiare il caso politico: è l’unica regione in Italia che riconosce l’elettrosensibilità nel proprio sistema sanitario. A rigore di legge, nessuno potrebbe più continuare a nascondersi dietro un dito. Si vogliono proteggere quei cittadini che soffrono l’elettrosmog? Si o no? Oppure li vogliono martirizzare in nome del progresso mondiale di quinta generazione? C’è poco tempo, forse è anche per questo che a Ottobre il coordinamento nazionale delle associazioni di malati si recherà in Vaticano, in udienza dal Papa: se un cittadino italiano, gravemente malato e misconosciuto dalla sua nazione, pur di sopravvivere è costretto a chiedere aiuto ad una figura religiosa a capo di un altro Stato, smarcandosi da Mattarella…. significa che la misura è colma: qui non ci sono più garanzie. L’indifferenza politico-istituzionale è su livelli inaccettabili. Il pericolo è serio, la Costituzione è stata svenduta. La salute prima di tutto! …”
Il “Manuale di autodifesa per elettrosensibili”
Il libro
“Manuale di autodifesa per elettrosensibili” (Terra Nuova Edizioni) è un manuale di inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.L’elettrosmog è un pericolo per la salute? «Non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per dimostrarlo». Il libro confuta quest’assioma stereotipato, fondato su ricerche superate di dubbia indipendenza, e offre una panoramica dei rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici.
L’autore indica i confini e le linee guida dell’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante e tipica dell’Era Elettromagnetica, patita da un numero sempre più grande di cittadini invisibili, costretti alla fuga da città e modernità.
Nel libro sono raccolte le testimonianze dei malati, le storie di suicidi e dell’insorgenza di patologie tumorali, e le sentenze shock che stabiliscono il nesso telefonino=cancro; vengono raccontati i lati oscuri dell’elettrosmog e svelate le incongruenze, le distorsioni metodologiche e i conflitti d’interesse alla base del cosiddetto fronte negazionista. Capitoli molto importanti sono inoltre dedicati alle più efficaci terapie elettrodesensibilizzanti, che vengono in aiuto per cercare di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici sugli esseri umani.