Oltre
1.000 esperti e 66 organizzazioni di diversi Paesi, chiedono di adottare il modello della cosiddetta “decrescita” per far fronte alla crisi indotta dal coronavirus al fine di costruire una società più giusta e sostenibile e prevenire ulteriori crisi. Diffusa una lettera aperta.
Nella lettera, pubblicata su diverse testate nazionali e internazionali, le istituzioni, la società civile e gli attori economici sono invitati a seguire «cinque principi per contrastare l’attuale crisi economica, tenendo conto dei mali sociali e ambientali» fanno sapere i promotori.
I firmatari della lettera chiedono un «ridimensionamento pianificato ma adattivo, sostenibile ed equo dell’economia, che porti a un futuro in cui si possa vivere meglio con meno. La Decrescita comporta una sostanziale revisione del sistema neoliberista, in opposizione alla cieca fiducia nelle forze del mercato e rifiutando, al contempo, la cosiddetta “crescita verde” e il “disaccoppiamento” (decoupling) come strategie per risolvere gli attuali problemi ambientali e sociali».
«La crisi innescata dal coronavirus ha già messo in luce molte debolezze della nostra economia capitalista ossessionata dalla crescita, come insicurezza per molti e sistemi sanitari paralizzati da anni di austerità e dalla sottovalutazione di alcune delle professioni essenziali. Questo sistema, radicato nello sfruttamento delle persone e della natura, è stato comunque considerato normale, ma tale “normalità” costituiva già una crisi – dichiarano i firmatari – Per decenni, le strategie dominanti sono state quelle di lasciare la distribuzione economica in gran parte alle forze del mercato e di ridurre il degrado ecologico attraverso il disaccoppiamento (decoupling) e la crescita verde. Questo non ha funzionato, e non funzionerà in futuro”, dichiarano i promotori della lettera».
I firmatari della lettera propongono quindi cinque principi per la ripresa dell’economia e per creare le basi di una società giusta:
1. Mettere la vita al centro dei nostri sistemi economici.
2. Rivalutare radicalmente quanto e quale lavoro è necessario per una buona vita per tutti.
3. Organizzare la società intorno alla fornitura di beni e servizi essenziali.
4. Democratizzare la società.
5. Basare i sistemi politici ed economici sul principio di solidarietà.
«L’attuale recessione economica non è una Decrescita, anche se erroneamente alcuni la definiscono tale – continuano i promotori della lettera – Decrescita significa garantire che i bisogni primari di tutti siano soddisfatti indipendentemente dalla crescita dell’economia. Con le giuste politiche in atto, potremmo chiudere gran parte dell’economia per mesi e tutti avrebbero ancora cibo, riparo e assistenza sanitaria a sufficienza. In una società in Decrescita, con economie rilocalizzate, una pandemia come quella da COVID-19 sarebbe meno probabile, si diffonderebbe meno e causerebbe meno sofferenze al di fuori dei suoi effetti diretti sulla salute e delle strazianti misure di distanziamento sociale – concludono – La crisi economica scatenata dalla pandemia è legata alla nostra dipendenza dalla crescita».
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