Nasce il “partito” degli ecogreen per l’Italia
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un’economia e una società ‘green’ siano la risposta più efficace, più promettente ai grandi problemi che ci assillano”, dicono i promotori.
un’economia e una società ‘green’ siano la risposta più efficace, più promettente ai grandi problemi che ci assillano”. Tra i firmatari dell’appello per la nascita della nuova compagine, i due ex senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante; Assunta Maria Brachetta, vice presidente Ecodem; Roberto Coizet, presidente di Edizioni Ambiente; Monica Frassoni, presidente del Partito Verde europeo; Stefano Leoni, già presidente del Wwf; Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente; Edo Ronchi e Raimondo Orsini, presidente e direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile; Fabio Renzi, segretario generale della Fondazione Symbola; Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente e ancora Alessandra Bailo Modesti (Fondazione per lo sviluppo sostenibile) ed altre personalità del mondo ambientalista italiano più aperto. “Siamo ‘Ecogreen’ perchè pensiamo che solo a partire da un ‘green new deal’ si può ritrovare speranza in un futuro migliore del presente e si possono superare le grandi crisi – sociale, economica, ecologica – dell’Italia e del mondo- si legge in un documento della convocazione- serve un nuovo patto sociale fondato sulla green economy e sulla conversione ecologica di produzioni e consumi: un patto per risollevare l’Italia nel segno della sostenibilità ambientale e sociale; per creare ricchezza senza distruggere la natura, il paesaggio e gli equilibri ecologici; per creare lavoro investendo nella qualità ambientale e nelle altre grandi risorse immateriali come l’educazione, la cultura, la conoscenza, la coesione sociale, la partecipazione democratica, la legalità”. “Amiamo l’Italia, per questo la vogliamo più sostenibile, più dinamica, più equa, più civile- proseguono i firmatari dell’appello per la nascita di ‘Ecogreen per l’italia’- crediamo che il nostro Paese abbia le risorse materiali e morali, il patrimonio di saperi scientifici e tecnologici, necessari a garantire una prospettiva di sviluppo duraturo e di benessere diffuso: ma tale possibilità non è scontata, per concretizzarla occorre dare nuova centralità ai valori dell’equità sociale, della sostenibilità ambientale, dell’etica pubblica, della promozione del merito individuale”. Al centro dell’iniziativa, “mettiamo cinque parole”, proseguono: “crisi, ‘green’ come green economy, ‘glocal’, patria e ottimismo”. Nell’incontro del 28 giugno “presenteremo i contenuti programmatici del ‘green new deal’ che proponiamo per l’Italia”, spiegano. Un nuovo patto che “deve cambiare in profondità tutte le principali scelte pubbliche: dal fisco alle politiche industriali, dal welfare alla spesa pubblica, dalle infrastrutture ai trasporti, dalla legalità alle politiche civili e dei diritti”. Un’iniziativa politica, però, sottolineano, che “non nasce contro nessuno e anzi può contribuire a un’evoluzione positiva anche delle forze politiche tradizionali. Non nasciamo contro nessuno ma nasciamo proponendo un’idea di sviluppo che non è aggiuntiva, è alternativa rispetto a quelle correnti nella politica e tra le classi dirigenti italiane”. Il terreno della riflessione e del progetto “è lo stesso terreno praticato in tanti Paesi europei da partiti e movimenti che ponendo l’ambiente al centro del loro discorso sono diventati il punto di riferimento di un numero crescente di cittadini”. Di un’offerta politica così “anche l’Italia ha bisogno per tornare a credere in se stessa e per aiutare l’Europa a ritrovare la via del futuro- concludono- noi ci impegneremo per costruirla”.