Paranormal Precarity, la verità sui precari
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Il progetto, scritto da Michele Coppini, Paola Barile, Serena Tozzi e Massimiliano Manna e condotto dallo stesso Michele Coppini, è composto da cinque puntate di circa mezz’ora l’una, realizzate in tutta Italia. In ogni puntata viene intervistato un precario che racconta le sue esperienze lavorative e le difficoltà che sta affrontando a causa dell’instabilità della vita quotidiana.
Nella prima puntata pilota entrano le vicissitudini di Claudia, precaria fiorentina, poi interviste a Alessandro Martini, direttore della Caritas Diocesana di Firenze. Martini introduce nel mondo dei working poors, i “nuovi poveri” che pur lavorando si rivolgono alla Caritas per riuscire ad arrivare a fine mese.
La seconda puntata, girata a Roma, vede come protagonista Francesco, montatore televisivo che, per realizzare i suoi sogni, si trova a combattere quotidianamente con contratti brevi e sotto-pagati.
Le donne e il precariato femminile sono al centro della terza puntata. Qui intervistiamo Laura, laureata in giurisprudenza che svolge il praticantato gratis con mansioni di segreteria, e la scrittrice milanese Sara Root, che parla del suo libro ‘Aria Precaria’ (Cairo editore).
Nella quarta puntata Paolo, insegnante siciliano senza cattedra trasferitosi a Roma per alcune supplenze, l’attrice fiorentina Gaia Nanni, che riporta alle atmosfere ‘malincomiche’ di uno spettacolo di Paola Cortellesi, ‘Gli ultimi saranno gli ultimi’, e infine Valerio, artista e giornalista precario, volato in Irlanda per prendere una seconda laurea.
Quinta e ultima puntata a Casacalenda, in Molise, per intervistare Maria, laureata in Scienze del turismo, ma cameriera part-time in una pizzeria.
“La trasmissione – dicono gli ideatori – nonostante tocchi temi seri e delicati, è impostata in chiave ironica per affrontare in maniera diversa e pungente le problematiche presenti nel nostro paese e per invogliare i giovani a non piangersi troppo addosso e continuare a lottare per i propri diritti”. “E’ una situazione talmente drammatica – ha dichiarato scherzando il regista e attore Michele Coppini – che tutte le notti mi sogno la Fornero che mi prende per i piedi!”. “Se tutti i giovani provassero a dire di no alle prepotenze e ai contratti beffa – continua – forse potremmo riuscire a riconquistare i diritti dei lavoratori. E anche per quanto riguarda gli stage – conclude Michele – i tirocinanti non dovrebbero essere inseriti nella produzione di un’azienda per sostituire i dipendenti, ma piuttosto ricevere una formazione che gli serva per essere introdotti nel mondo del lavoro”.