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Partita la campagna “Ferma il riarmo”

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È partita la campagna “Ferma il riarmo” promossa dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, Greenpeace Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo e Sbilanciamoci! Che propone anche di tassare gli extraprofitti bellici e invita alle mobilitazioni. E oggi, sabato 26 ottobre, manifestazione in sette piazze d’Italia per la pace.

Partita la campagna “Ferma il riarmo”

«Un “furto di futuro”, una spirale che innesca le guerre, depotenzia la diplomazia e sottrae risorse fondamentali alle necessità della popolazione, dalla sanità ai servizi sociali, dalla scuola alla ricerca civile, fino alle opere necessarie per far fronte ai cambiamenti climatici e invertire la rotta del dissipamento ambientale. È questo in sintesi l’effetto devastante, anzi solo alcuni dei molteplici effetti, del progressivo aumento della spesa militare in Italia e nel mondo»: così i promotori della Campagna “Ferma il riarmo” promossa dalla Fondazione PerugiAssisi per la  Cultura della Pace, Greenpeace Italia, Rete Italiana Pace e  Disarmo e Sbilanciamoci!. 

I promotori dell’iniziativa intendono approfondire «le analisi sull’impatto del riarmo italiano e mondiale sulle nostre società, indicare proposte su come riorientare la spesa pubblica e gli investimenti, produrre azioni collettive di sensibilizzazione e nuovi percorsi per il disarmo e la liberazione di risorse dalla spesa militare alle spese sociali, ambientali e per il rafforzamento degli strumenti di pace. Tra queste, tassare gli extra profitti dell’industria militare; diminuire i fondi destinati alle missioni militari all’estero; aumentare controlli su influenza indebita dell’industria militare su bilancio ed export militare».

«Greenpeace –  spiega Sofia Basso di Greenpeace – è tra i promotori di questa nuova campagna perché siamo convinti che  l’aumento della spesa militare sia la risposta sbagliata: più armi non significano maggiore sicurezza. Anzi, la corsa al riarmo sta trascinando il mondo in una spirale di guerre fuori controllo». 

«Chiediamo – continua  la ricercatrice di Greenpeace- un taglio netto delle spese militari che  stanno sottraendo risorse alle vere priorità del Paese e una  tassa sugli extra profitti dell’industria bellica, perché mentre  i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente continuano a fare  stragi di civili, mentre in Italia e nel mondo aumentano le  disuguaglianze e gli effetti della crisi climatica, il settore  delle armi sta incassando profitti record. È inaccettabile che si continui a finanziare la guerra mentre il mondo brucia e milioni  di persone lottano per la sopravvivenza».    

«Ben 4 milioni di italiani non si curano più per mancanza di  soldi – ricorda  Giulio Marcon, Portavoce di Sbilanciamoci! – circa 9000 scuole sono a rischio crolli, l’Emilia Romagna  è sotto l’acqua dopo l’ennesima alluvione: queste sono le  priorità dove mettere le risorse, non le armi da guerra».

«La militarizzazione del pensiero, del linguaggio, delle politiche in corso negli ultimi anni sta portando ad un aumento folle e pericoloso delle spese militari: lo certifichiamo da tempo e da tempo chiediamo  una inversione di rotta», sottolinea Francesco Vignarca,  coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace Disarmo. 

E oggi, sabato 26 ottobre, manifestazione in sette piazze d’Italia per la pace.

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LETTURE UTILI

LA NUOVA CHIAMATA ALLE ARMI

Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia. Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti. Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.

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ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO. XII EDIZIONE AGGIORNATA 

L’Atlante è uno strumento fondamentale di informazione e di costruzione di una coscienza civile.
La XII edizione dell’Atlante ha il suo focus sui conflitti tra Israele e Palestina e tra Russia e Ucraina. Contiene dossier tematici su:
• La recrudescenza del conflitto Israele-Palestina
• Gli sviluppi più recenti del conflitto Russia-Ucraina
• Riarmo e nuovo pericolo nucleare
• Il dramma dei civili in zone di guerra
• Cina e nuovi equilibri
• Guerra e beni artistici
• Guerra e finanza
• Peacebuilding
• Donne e diritti
Con schede conflitto e infografiche generali.

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