Vai al contenuto della pagina

Petizione di Generazioni Future: «Green pass, no al modello francese»

homepage h2

No all’introduzione in Italia dell’obbligo di Green Pass per accedere a esercizi pubblici, servizi e strutture: è l’appello lanciato da Generazioni Future, che ha lanciato una raccolta di firme. Intanto in Spagna la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale il lockdown aprendo di fatto la strada a un’ondata di richieste di risarcimento e dall’Inghilterra arriva il no alla vaccinazione Covid per gli under 15.
Petizione di Generazioni Future: «Green pass, no al modello francese»
No all’introduzione in Italia dell’obbligo di Green Pass per accedere a esercizi pubblici, servizi e strutture: è l’appello lanciato da Generazioni Future, che ha lanciato una raccolta di firme. Intanto in Spagna il tribunale giudica incostituzionale il lockdown aprendo di fatto la strada a un’ondata di richieste di risarcimento e dall’Inghilterra arriva il no alla vaccinazione Covid per gli under 15.

Petizione per dire no al Green Pass sul modello francese

«Come presidente della Società Cooperativa di Generazioni Future che dedica a Stefano Rodotà la propria azione a tutela dei beni comuni, dei diritti e delle generazioni future oltre che come giurista sento il dovere di esprimere la mia apprensione per le spericolate dichiarazioni giornalistiche rilasciate da tre ex giudici costituzionali relative alla voce, da più parti riportata, dell’introducendo obbligo del cosiddetto “green pass” per accedere a tutta una serie di  esercizi pubblici o  aperti al pubblico, secondo il cosiddetto “modello francese”»: sono le parole con cui Ugo Mattei introduce l’annuncio dell’avvio della raccolta di firme per contrastare l’eventuale decisione.
«Tale operazione di schedatura sanitaria di massa rende obbligatoria, nella sostanza se non nella forma, la pratica vaccinale anticovid che è ad oggi sperimentale ed i cui benefici verso terzi restano del tutto ipotetici – prosegue Mattei – non potendosi perciò invocare la copertura dell’art 32 della Costituzione il quale ammette l’imposizione di un sacrificio al singolo ma solo a fronte di un beneficio collettivo certo ed anche a condizione che il sacrificio sia certamente vantaggioso, in termini di salute, anche per il singolo stesso, requisito che non può dirsi soddisfatto laddove il farmaco sia ancora in fase sperimentale (così la sentenza storica della Corte Cost. 307/90, richiamata anche dalla recente sentenza Corte Cost. 5/2018 che i tre ex giudici costituzionali dimostrano, evidentemente, di non conoscere)».
«A nome di Generazioni Future – conclude Mattei – denunciamo la estrema e pericolosissima strumentalizzazione di principi giuridici complessi quali la proporzionalità nelle scelte politiche sanitarie o il bilanciamento tra diritti costituzionali che, inquinati da interpretazioni frutto di meri rapporti di forza, vengono utilizzati per giustificare il trasferimento di poteri di polizia in capo a soggetti del tutto privi di qualifiche».
«Il bilanciamento tra i diritti coinvolti e la proporzionalità delle misure da adottare, al fine di perseguire un qualunque obiettivo in tema di salute collettiva, sono appannaggio del legislatore e della giurisdizione. Mai bisognerebbe dunque generare confusioni ricoperte di retorica giuridica che rischiano di autorizzare categorie di cittadini senza alcuna legittimazione a ergersi a depositari di scelte “giuridiche” su libertà civili inalienabili quali la mobilità sul territorio, l’accesso ai servizi e più in generale il perseguimento del pieno sviluppo della persona umana sancito dall’art. 3 Cost. – prosegue Ugo Mattei, presidente di Generazioni Future –  Per fortuna il Garante per la Protezione dei Dati personali ha già avuto modo di esprimersi al riguardo dichiarando il green pass costituzionalmente “irricevibile”».
«Chi, avvalendosi della propria fama di giurista, si presta a legittimare un sistema che elargisce libertà fondamentali solo a condizione che si sia detentori di un “pass” e così facendo rinuncia a denunciare l’ obbrobrio costituzionale in corso, non contribuisce all’edificazione di una società giuridicamente sana, nella quale mai può spettare al controllore ferroviario, al negoziante o al poliziotto la scelta sul se far accedere o meno un libero cittadino a servizi anche essenziali – prosegue Mattei – Invito pertanto ogni collega che abbia a cuore la Costituzione e che parli pubblicamente come giurista o come costituzionalista a non utilizzare la propria visibilità mediatica per assecondare l’imposizione, di fatto, di un farmaco sperimentale come condizione di esercizio di una piena cittadinanza. Una tale imposizione di fatto o di diritto va invece respinta senza esitazione sia sul piano etico che su quello costituzionale».
Anche Ginevra Cerrina Ferroni, vicepresidente dell’autorità garante per la protezione dei dati personali, si è pronunciata in maniera critica nei confronti della misura adottata in Francia. In un tweet ha scritto: «Il #greenpass in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini».

In Spagna giudicato incostituzionale il lockdown

La Corte costituzionale spagnola ha bocciato il provvedimento del marzo dello scorso anno varato dal governo con una sentenza che lascia la porta aperta ai ricorsi di chi è stato multato per aver violato le norme. La Corte ha votato con cinque voti contrari e sei a favore il pronunciamento in cui si sostiene che l’emergenza non era sufficiente per individuare nella Costituzione la base giuridica delle restrizioni equivalenti, hanno sottolineato i giudici, a una soppressione dei diritti fondamentali.
Il governo avrebbe dovuto dichiarare più che uno stato di emergenza uno stato di eccezione che richiede l’approvazione del Parlamento.

Dall’Inghilterra arriva il no alla vaccinazione Covid per gli under 15

Scrive Il Fatto Quotidiano: «Nel Regno Unito i vaccini ai bambini da 12-15 anni sono sconsigliati; in questa fascia d’età gli inglesi invitano al vaccino solo chi appartiene a gruppi ad alto rischio per patologie pregresse. “Gli adolescenti sono intrinsecamente a basso rischio rispetto al Covid. I vaccini devono essere eccezionalmente sicuri per poterli inoculare. Dato il basso rischio di Covid per la maggior parte degli adolescenti, non è immorale pensare che possano essere protetti meglio dall’immunità naturale generata dall’infezione piuttosto che chiedere loro di correre il possibile rischio di un vaccino” dice Robert Dingwall, membro del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione del Governo UK (Joint Committee on Vaccination and Immunization) e professore emerito e direttore fondatore dell’Istituto di Scienza e Società, Università di Nottingham. Ilfattoquotidiano.it lo ha intervistato per comprendere quale sia la strategia in UK sulle vaccinazioni per bambini ed adolescenti».

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!