Prezzi alle stelle: tutta colpa della speculazione

Il khubz, conosciuto anche come pane siriano, pita o pane libanese, è uno degli alimenti base della dieta in Medio Oriente e Nord Africa. Di solito ha una forma tonda e schiacciata, quasi come una piadina. La sua caratteristica più interessante, però, è che la maggior parte del grano tenero utilizzato per produrlo arriva via nave da Russia e Ucraina.

Per tutta la prima parte dell’anno, milioni di tonnellate di quel grano tenero non sono potute uscire dal porto di Odessa per il blocco organizzato dall’esercito ucraino, che ha minato le acque di questo importante scalo commerciale con l’intento di prevenire un attacco via mare da parte della Russia. Mentre le navi da guerra di Putin stazionavano minacciose all’orizzonte, quelle commerciali dei principali trasportatori non potevano riversare il loro carico di cereali sul mercato mondiale.

Questi fatti accadevano mentre l’economia globale stava tentando una faticosa ripresa dopo l’interruzione delle catene di fornitura internazionali provocata dalla pandemia. A fare da contorno, una crisi climatica che minacciava – e minaccia tutt’ora – i raccolti di cereali in diversi paesi europei, Canada e India. In questo contesto, i prezzi dei generi alimentari, già in crescita per tutto il 2021, hanno raggiunto il record storico a marzo, superando di slancio i due picchi raggiunti nel 2008 e nel 2011, che avevano contribuito a innescare le primavere arabe. Poi, improvvisamente, hanno iniziato a scendere, mese dopo mese, anche se oggi sono ancora sopra i livelli dell’anno scorso. Nel frattempo, il contesto è cambiato poco, troppo poco per giustificare una tale volatilità dei prezzi.