Rete Disarmo: «Israele-Hamas, la tregua deve reggere»
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«La tregua deve reggere, deve diventare permanente, bisogna farsi carico dei bisogni della popolazione. Gaza non può rimanere chiusa in un assedio, e bisogna mettere fine all’espansione degli insediamenti in Cisgiordania»: a dirlo la Rete Disarmo dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
«La tregua deve reggere, deve diventare permanente, bisogna farsi carico dei bisogni della popolazione. Gaza non può rimanere chiusa in un assedio, e bisogna mettere fine all’espansione degli insediamenti in Cisgiordania»: a dirlo la Rete Disarmo dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
La Rete italiana Pace e Disarmo sollecita la ricostruzione della Striscia di Gaza, l’apertura immediata di tutti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari, non solo quello di Rafah e la possibilità per le ong di operare a sostegno della popolazione. «Deve partire un vero negoziato per una pace giusta e per la fine dell’occupazione» spiegano dalla Rete.
«Ma incombe la preoccupazione per le dichiarazioni e le minacce contro ogni tipo di accordo della destra israeliana, e per gli interessi economici e politici di alleanze tra potenze ed autocrati per una nuova spartizione del Medio Oriente che non ha nulla a che vedere con i diritti dei popoli, con la democrazia e con la costruzione della pace e della sicurezza comune avendo come fondamenta il diritto internazionale» prosegue la Rete, che sollecita la conduzione «di questa delicata fase nel rispetto dei diritti di tutte le parti, delle aspirazioni e dei doveri di ogni popolo».
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LETTURE UTILI
ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO – XIII EDIZIONE
In arrivo la XIII edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, un numero monografico dedicato alle guerre in corso e intitolato Il pianeta gioca a risiko. Nel volume approfondimenti e riflessioni sulle origini dei maggiori conflitti in corso, sugli attori in gioco e sulla corsa al riarmo, che non riguarda solo i paesi in guerra ma coinvolge la maggioranza degli Stati.
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Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia. Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti. Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.