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Scontri Expo: l’agnello sacrificale

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Della enorme manifestazione di protesta pacifica che si è tenuta a Milano nel giorno dell’inaugurazione di Expo è rimasto forse ben poco nel ricordo della gente. Ciò che invece è ancora negli occhi di tutti sono le immagini degli scontri rilanciate in continuazione dalle tv. Nel panorama di una informazione monocorde è emersa la figura di un ragazzo, diventato bersaglio sul web e sui social per le frasi che ha pronunciato.
Davanti alle telecamere un ragazzo di Pavia aveva parlato durante la manifestazione di protesta per l’apertura di Expo mentre in città si verificavano gli scontri rilanciati dai media. Parole che lui ha poi definito avventate, quando, entrato nella macchina triturante dell’informazione globale, ha compreso che ne stava uscendo polverizzato.
Abbiamo scelto di pubblicare una lunga presa di posizione che il movimento Genuino Clandestino vuole far arrivare ai media che hanno realizzato e diffuso i video in questione e alla gente tutta. Il nome con cui hanno firmato è una sorta di identità collettiva, Andrea Zappa, che li rappresenta tutti ma non espone i singoli ad incursioni inquisitorie dall’esterno.
Lettera aperta ai funzionari e alle funzionarie dello Spettacolo dopo il primo maggio a Milano
Da vedere prima:
«Cari funzionari e care funzionarie dello Spettacolo, voi avete preso la vita di un ragazzo  di provincia e l’avete messa in esposizione nel giorno inaugurale della grande festa autocelebrativa del Tutto e del Nulla.
Voi avete preso la vita di questo ragazzo, l’avete messa sul palcoscenico e ne avete fatto la prima Merce in esposizione della grande fiera unidimensionale dell’Impero.
In un giornata in cui decine di migliaia di persone protestavano consapevolmente, lucidamente e con un lungo elenco di motivazioni inattaccabili contro la Grande Fiera delle Sorti Progressive di cui voi siete gli entusiasti menestrelli, voi avete reso pubblica, sulle vostre oscene pagine virtuali, solamente la penosa storia di questo ragazzo, usandolo scientemente con l’intenzione di denigrare, ridurre e demolire ogni opposizione ragionata.
Ma ciò di cui forse non vi siete resi conto, cari funzionari e care funzionarie dello Spettacolo, è che la vita di questo ragazzo, il vuoto che sta dietro le sue parole, il suo sguardo allucinato sono la denuncia più grande che potevate fare ad Expo perché essi non sono altro che il principale prodotto di Expo, di un Mondo che si fa prima Merce e poi Esposizione, voglioso di mettere in mostra sé in quanto Merce e il proprio mettersi in mostra in quanto Spettacolo. La Merce si fa Spettacolo e lo Spettacolo diventa l’unica vera Merce. Il suo vuoto è il vostro vuoto, è il vuoto in Expo(sizione) della vostra Società (per azioni s’intende) da difendere.  Le motivazioni di questo ragazzo, che voi pretendete denigrare, la sua fragilità, che voi avete triturato come un pulcino nel grande Macello della Disinformazione, sono un sotto prodotto di decenni di inebetimento televisivo e di quindici anni di Virtualismo acritico. Questo ragazzo, che verrà presto trascinato in gita scolaresca ad Expo dagli zelanti funzionari e funzionarie del Ministero della Distruzione incaricati del suo indottrinamento,  si è sentito finalmente vivo in mezzo al “disastro”. Dopo lunghi anni di apprendistato da spettatore o da giocatore virtuale si è sentito per la prima volta attore, parte dello Spettacolo da voi scenografato, al centro di una scena incredibilmente più grande di lui. E ha provato piacere nel prendere parte alla distruzione. E ha provato piacere a raccontervelo, ancora sotto adrenalina, salvo poi chiedere scusa per le parolacce e fare Repubblica ammenda per il padre “incazzato” davanti alle vostre esclusive e viscide telecamere che dopo averlo condannato all’imbecillità gli hanno offerto una pelosa redenzione trasformandolo in figlio di papà che ha sbagliato condendo il tutto con un po’ di italiano familismo da sceneggiato.
Voi, che siete poi gli stessi che con altre facce, altri abiti e soprattutto altri mandati dai vostri direttori editoriali (c’è un pubblico per ogni manipolazione, quello colto e impegnato che predilige i piatti più raffinati, e quello più becero che si nutre di sensazioni a buon mercato),  richiedete interviste  all’affascinante anarco-contadino Genuino Clandestino, voi e la vostra Esposizione Universale avete vinto da tempo, e lo sapete fin troppo bene. Ma di una cosa forse potreste continuare ad avere paura.
Del fatto che nella vita di questo ragazzo, quegli attimi di distruzione resteranno, forse isolati, come qualcosa di vero, di vivo e di autentico in mezzo a un mare di falsità, di non senso e di alienazione.
Ecco, forse questo ricordo incastonato lì nella sua memoria, anche se diventerà il più diligente dei funzionari, resterà sempre una piccola ma inquietante spina nel  vostro fianco. Magari».

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