In un clima di deciso scontro è arrivato martedì 28 luglio il sì del Senato alla risoluzione di maggioranza che “ratifica” la decisione del governo di prorogare lo stato di emergenza per il paese; decisione che sarà ufficializzata oggi in Consiglio dei Ministri. Forti critiche dalle opposizioni e mobilitazione di diversi comitati contrari alla decisione. Oggi, mercoledì 29 luglio, sì anche dalla Camera.
In un clima di deciso scontro è arrivato martedì 28 luglio il sì del Senato alla risoluzione di maggioranza che “ratifica” la decisione del governo di prorogare lo stato di emergenza per il paese; decisione che sarà ufficializzata oggi in Consiglio dei Ministri. Il termine fissato è quello del 15 ottobre. Forti critiche dalle opposizioni e mobilitazione di diversi comitati contrari alla decisione. (ULTIM’ORA: oggi, mercoledì 29 luglio, sì anche alla Camera).
Il governo ha difeso la sua scelta, le opposizioni l’hanno definita come il tentativo di «voler imbavagliare l’Italia a vita» e hanno parlato di «deriva liberticida» e in molti hanno ricordato nei commenti e nelle dichiarazioni successive al voto la presa di posizione del giurista
Sabino Cassese sul Corriere della Sera qualche giorno fa: «Manca il presupposto della proroga. Perche’ venga dichiarato o prorogato uno stato di emergenza, non basta che vi sia il timore o la previsione di un evento calamitoso. Occorre che vi sia una condizione attuale di emergenza» aveva scritto il giudice emerito della Corte Costituzionale. «L’urgenza non vuol dire emergenza».
Cassese aveva definito «inopportuna» la proroga, affermando, tra le altre cose, che «il diritto eccezionale non puo’ diventare la regola».
La risoluzione di maggioranza approvata in Senato impegna il governo a coinvolgere il Parlamento e a ricorrere a «norme primarie» per definire le eventuali «misure di limitazione delle libertà fondamentali», dichiarazioni di impegno che però non convincono alcuni comitati che si stanno mobilitando sul fronte critico.
«La proroga dello stato d’emergenza rappresenta una rottura costituzionale, incidendo sulla forma di governo e sul sistema delle fonti. Essa si pone al di fuori del perimetro costituzionale essendo sprovvista dei presupposti che giustificherebbero l’intervento governativo»: è il duro commento dell’Osservatorio sulla Legalità Costituzionale istituito presso il Comitato Rodotà che attacca il sì in Senato alla proroga dello stato di emergenza che il governo ha fissato al 15 ottobre.
«Si invita la Presidenza del Consiglio a ritirare tale proposta, i cui atti consequenziali risulterebbero tutti incostituzionali e lesivi delle libertà fondamentali – prosegue l’Osservatorio in una
breve nota pubblicata su Facebook – L’Osservatorio Permanente sulla legalità costituzionale si riserva di impugnare il provvedimento in tutte le sedi, nazionali e sovranazionali, a tutela della democrazia, dello Stato di diritto e della Costituzione».
E proprio per oggi, mercoledì 29 luglio, il ComiCost, Comitato per la Libertà Costituzionale, presieduto dall’avvocato Nino Filippo Moriggia,
ha convocato una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati a Roma per illustrare l’attività del Comitato e per presentare nel dettaglio il contenuto del ricorso straordinario al Capo dello Stato che, secondo il comitato stesso, segnala le “illegittimità di provvedimenti” adottati finora.