L’Alleanza Stop 5G scende nuovamente in piazza sabato 12 settembre (ore 15, piazza del Popolo a Roma) per chiedere a gran voce la moratoria per questa nuova tecnologia «alla luce – spiegano gli organizzatori – delle evidenze che prospettano rischi per la popolazione».
La manifestazione è stata presentata durante una conferenza stampa tenutasi a Montecitorio e organizzata dall’Alleanza Stop 5G. Alla manifestazione hanno dato la loro adesione, tra gli altri, anche il professor Paolo Maddalena, presidente emerito della Corte Costituzionale, e Mauro Scardovelli, giurista, psicoterapeuta e presidente di UniAleph.
La richiesta di moratoria e di applicazione del principio di precauzione avanzata dall’Alleanza Stop 5G si basa su diverse considerazioni. «I cittadini saranno esposti a queste micro-onde 24 ore su 24 e si parla di antenne numerosissime a distanza ravvicinata tra loro – spiegano i promotori della manifestazione – Questo pone seriamente davanti al rischio che vengano di conseguenza aumentate le attuali soglie di legge dell’esposizione della popolazione, che oggi sono di 6volt/metro. Non ci sono ricerche indipendenti che forniscano elementi circa la pericolosità del 5G, tuttavia sappiamo che l’irradiazione elettromagnetica ha un nesso causale riconosciuto da diversi tribunali con alcune forme tumorali, e che le radiofrequenze, incluse quelle del 5g, hanno anche effetti ‘non termici’ in grado di interferire con l’epigenetica e con la formazione di alcuni tipi di tumori rari».
Ma gli organizzatori pongono l’accento anche su un altro aspetto, più sociologico.
Secondo Andrea Grieco, dell’Osservatorio Scuola dell’Alleanza Italiana Stop 5G, il cosiddetto ‘internet delle cose’ «potrebbe far irrompere nel nostro quotidiano un cambiamento antropologico senza precedenti, in grado di sovvertire il rapporto tra la nostra natura biologica, che ha tempi evolutivi di milioni di anni, e la nostra sfera culturale, che impiega decenni per mutare e la sfera tecnologica».
L’Alleanza Stop 5G fa anche notare che «uno degli interessi importanti di questa tecnologia riguarda la sfera militare e una moratoria ci porrebbe in una condizione di neutralità in questo campo».
Maurizio Martucci, portavoce nazionale dell’Alleanza Stop 5G, spiega che «i malati oncologici sono stati portati in Parlamento e al Ministro della Salute sono state consegnate 340.000 firme, oltre al dossier consegnato all’ISS con la richiesta di studi indipendenti». Ma «le radiofrequenze in Italia – prosegue Martucci – sono già state vendute all’asta ai gestori di telefonia e gli stessi fondi del Recovery Fund sembra debbano venire investiti in parte in questo progetto digitale».
A oggi, circa 600 Comuni italiani (per un totale di 5 milioni di abitanti) hanno adottato provvedimenti critici o prudenziali riguardo al 5G e, a detta di Domenica Spinelli sindaco di Coriano (Rimini), «con questo decreto, i gestori di telefonia, di fronte al rifiuto di un sindaco di posizionare un’antenna, potranno ricorrere al prefetto e imporsi. Basterà una SCIA. Ai sindaci rimarrà soltanto la facoltà di modificare il posizionamento dell’antenna per ragioni estetiche».
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Un libro inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.
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