L’alleanza nazionale Stop5G, di cui fa parte Terra Nuova, ha diffuso uno spot su Radio Popolare e ha realizzato manifesti mobili in Toscana per sensibilizzare l’opinione pubblica sui potenziali rischi legati ai ripetitori di ultima generazione.
Si può ascoltare su Radio Popolare lo spot radiofonico realizzato dalll’alleanza nazionale Stop5G, di cui a parte Terra Nuova, per sensibilizzare l’opinionepubblica sui pericoli dei ripetitori di ultima generazione.
È stata anche pianificata una campagna cartellonistica in città pilota, a iniziare da Prato, in Toscana, dove il
16 febbraio si terrà un incontro proprio sul tema aperto alla cittadinanza.
Anche all’Aquila sono stati affissi i manifesti informativi per sensibilizzare l’opinione pubblica. Prosegue quindi il piano nazionale di comunicazione dell’alleanza italiana Stop 5G.
Dopo la pagina pubbliredazionale uscita su Il Fatto Quotidiano, è quindi la volta di radio e maxi affissioni nelle città sperimentali del wireless di quinta generazione, dove i cittadini si mobilitano spontaneamente in comitati territoriali Stop 5G per portare all’attenzione degli enti locali e delle amministrazioni i timori e i potenziali rischi delle nuove antenne.
La popolazione è sempre più attenta e la richiesta di una maggiore tutela si leva forte e con convinzione, fenomeni che i decisori politici non potranno ignorare.
Qui di seguito potete ascoltare lo spot in onda su Radio Popolare e realizzato grazie al
crowdfunding che ha riscosso grande attenzione.
E il 2 marzo a Vicovaro (Roma) si terrà il convegno nazionale dal titolo “#Stop5G, emergenza politica di precauzione”, promosso dall’alleanza Stop 5G.
«Il 5G prevede una copertura dell’intero territorio nazionale nel 98% del suolo pubblico» spiega Maurizio Martucci. «Ai 24.000 hot spot wi-fi pubblici e alle attuali 60.000 stazioni radio base (le antenne di telefonia mobile spesso sui tetti dei palazzi, sistemi 2G, 3G e 4G), col 5G sarà installato un imprecisato numero di mini-antenne a microonde millimetriche, quantificabili persino in milioni se diffuso dai nuovi lampioni della luce LED, riconvertiti in ripetitori wireless. E c’è pure il progetto del wi-fi dallo spazio, la messa in orbita di droni satellitari».
«Le conseguenze potrebbero portare a rivisitare i limiti soglia stabiliti per legge, portando gli attuali 6 V/m di campo elettrico al valore picco di 61 V/m, ovvero 110 volte in più della potenza oggi misurata».
Dal 2011 l’Oms ha valutato le radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e parte della comunità medico scientifica internazionale, sulla base di studi aggiornati realizzati dall’americano National Toxicology Program e dall’Istituto Ramazzini, chiede un’urgente classificazione dell’elettrosmog come cancerogeno probabile (classe 2A) se non addirittura certo (classe 1); intanto la posizione cautelativa della magistratura italiana (Cassazione 2012, nel 2017 tribunale civile di Verona, Ivrea e Firenze) ha sancito il nesso causale telefonino=cancro.
Nel 2014 una task force internazionale di 238 medici e scienziati di 38 nazioni ha presentato a Onu e Oms un altro appello per «adottare norme di protezione a tutela della salute pubblica». Nel 2018 l’associazione di medici Isde Italia ha chiesto al Governo italiano una moratoria sul 5G; e in Italia sempre più cittadini si stanno ammalando di elettrosensibilità, malattia ambientale altamente invalidante.