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Trattative all’Onu per la messa al bando delle armi nucleari

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Si conclude oggi, 31 marzo, la prima sessione, iniziata lunedì 27 marzo, istituita dall’Onu per discutere della messa al bando delle armi nuclari nel mondo. La seconda sessione si terrà in luglio. Le reti per il disarmo hanno lanciato un appello al governo italiano: non continui ad opporsi al veto.
I negoziati si tengono al Palazzo di Vetro dell’Onu di New York, per arrivare ad “uno strumento giuridico internazionale inteso a vietare ed eliminare le armi nucleari”.  La seconda sessione si terrà sempre al Palazzo di Vetro dal 15 luglio al 27 luglio.

L’iter per arrivare ai negoziati era stato avviato nel 2016, quando è stata votata l’apposita risoluzione Onu per arrivare a un trattato per la messa al bando della armi nucleari. Sono stati 123 i paesi a votare a favore dell’avvio dell’iter, 38 quelli contrari, tra cui l’Italia. Molit i paesi che non si sono presentati ai negoziati e che hanno boicottato il summit.
Secondo stime del 2016, come informa l’Onu, nel mondo sono ancora stoccate 15.000 testte nucleari.
In apertura dei lavori è arrivato anche da parte di Papa Francesco un  messaggio inviato alla conferenza dell’Onu
“L’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario” ha sottolineato il Pontefice. “Desidero incoraggiarvi a lavorare con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari”, scrive il Pontefice.
Ricorda il Papa che “un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca – e potenzialmente di tutta l’umanità – sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite. Dobbiamo dunque impegnarci per un mondo senza armi nucleari, applicando pienamente il Trattato di non proliferazione, nella lettera e nello spirito”.
Francesco osserva che “se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà, non pochi dubbi emergono circa l’inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide”.
Motivo di “preoccupazione”, annota ancora il Papa, “emerge di fronte allo spreco di risorse per il nucleare a scopo militare, che potrebbero invece essere utilizzate per priorità più significative, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano integrale, così come la lotta alla povertà e l’attuazione dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Dobbiamo chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli. La pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere”.

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