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Trento, il Tar sospende l’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4

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Grazie al ricorso presentato al TAR di Trento da ENPA e OIPA, la seconda ordinanza emessa dalla Giunta Fugatti a carico dell’orsa individuata con la sigla JJ4 è stata sospesa, dopo lo stop della prima su ricorso presentato anche dalla LAV.
Trento, il Tar sospende l’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4
Grazie al ricorso presentato al TAR di Trento da ENPA e OIPA, la seconda ordinanza emessa dalla Giunta Fugatti a carico dell’orsa individuata con la sigla JJ4 è stata sospesa, dopo lo stop della prima su ricorso presentato anche dalla LAV.
Un risultato che farà tirare un sospiro di sollievo a tutte le persone preoccupate per le sorti dell’esemplare femmina, accompagnata da tre cuccioli, e che prima del pronunciamento del Presidente del TAR rischiava “l’ergastolo” nel recinto del Casteller.
“La Giunta Fugatti riceve un altro smacco dal TAR di Trento, confermando così tutta la sua incapacità amministrativa sul tema della convivenza tra orsi e cittadini – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici – non si tratta infatti della prima censura che l’amministrazione provinciale riceve dal Tribunale Amministrativo”. Dopo che l’orsa JJ4 aveva aggredito due cacciatori che, uscendo dal sentiero sul Monte Peller, l’avevano colta di sorpresa, Fugatti aveva immediatamente firmato un’ordinanza che disponeva la condanna a morte dell’orsa, bollata come pericolosa. Ordinanza impugnata dalla LAV e immediatamente sospesa. Dopo solo due settimane Fugatti ci ha quindi riprovato firmando un’altra ordinanza che disponeva la cattura di JJ4 e la sua reclusione a vita nel recinto del Casteller, opzione ora sfumata grazie all’ultimo Decreto del TAR.
“La sequela di insuccessi amministrativi inanellati dalla Giunta Fugatti sul tema orsi, conferma l’inadeguatezza di questa amministrazione, chiediamo perciò il ritiro di tutte le assurde ordinanze che prevedono la cattura di orsi neppure identificati e l’immediata liberazione dell’orso M49 – conclude Simone Stefani, vicepresidente LAV e responsabile della sede di Trento – che non si è mai reso responsabile di alcun attacco nei confronti dell’uomo, ma ugualmente ingiustamente condannato all’ergastolo nel recinto del Casteller per avere semplicemente fatto l’orso in una Provincia dove non sono sufficientemente diffusi e correttamente utilizzati i sistemi di prevenzione”.

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