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Ttip e Ceta: 67 ong scrivono al parlamento UE

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Stop TTIP Italia: “Il rallentamento del negoziato TTIP e la ratifica CETA sono prime vittorie, ma non bastano”. E intanto 67 ONG inviano lettera al Presidente del Parlamento EU: i negoziatori ignorano le risoluzioni parlamentari.
“Un’importante vittoria, ma è solo un primo passo”, così la Campagna Stop TTIP Italia commenta le ultime notizie sul destino del Trattato transatlantico. Un negoziato messo in crisi dalle pressioni delle numerose campagne Stop TTIP in Europa e negli Stati Uniti, mobilitazioni che sono riuscite a imporre la ratifica parlamentare anche per il CETA, l’accordo con il Canada, ma che hanno l’obiettivo di fermare negoziati che sembrano non tenere conto di forti criticità e dei possibili impatti negativi.
“Una posizione non preconcetta e non sempre contro” commenta Monica Di Sisto, portavoce della Campagna italiana e relatrice all’evento organizzato alla Camera dei Deputati assieme a Coldiretti il 5 luglio scorso, “che si basa anche su un’agenda positiva, come il contributo che abbiamo dato  sul rapporto appena approvato dal Parlamento Europeo su commercio e diritti umani, che dimostra come l’economia debba essere variabile dipendente della sostenbilità e del rispetto dei diritti”. 
 
Continua intanto a crescere l’opposizione nei confronti del TTIP, in vista del nuovo round di negoziati in calendario a Bruxelles dal 12 luglio e  delle mobilitazioni che si organizzeranno in Europa e in Italia a partire dalla prossima settimana. Oggi la Campagna Stop TTIP Italia, insieme ad altre 66 organizzazioni internazionali della società civile, ha inviato  una lettera di protesta al presidente del Parlamento europeo, Martin Schultz.
Le 67 Ong sottolineano come finora il negoziato condotto dalla Commissione europea non abbia tenuto conto delle raccomandazioni espresse dal Parlamento Europeo nelle sue risoluzioni. Ad esempio, quella che richiedeva di non discutere di ambiti come la chimica, “dove Stati Uniti e Unione europea hanno regole molto diverse”. Aveva votato per escludere le politiche in contrasto al riscaldamento globale dalle legislazioni che potrebbero essere bersaglio di ricorsi presso i tribunali di arbitrato. Aveva chiesto pieno rispetto dei sistemi normativi in auge su entrambe le sponde dell’Atlantico, eppure il meccanismo della cooperazione regolatoria consentirà a grandi gruppi di interesse economico di visionare ed esprimere un parere sulle nuove regolamentazioni comunitarie prima ancora dei parlamenti nazionali o dell’Europarlamento.
“Questo accesso privilegiato a monte del processo normativo aumenta drasticamente l’influenza dell’industria e delle lobby sulle istituzioni” commenta Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, “con ricadute potenzialmente disastrose sulla qualità della vita dei cittadini, l’ambiente e le conquiste sociali”.

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