Un presidente ecologista per l’Austria
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La vittoria di Van der Bellen “è una sconfitta pesante per il nazionalismo ed il populismo retrogrado ed antieuropeo”, ha twittato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.
Professore di Economia alle università di Innsbruck e Vienna, Alexander Van der Bellen, ‘Sascha’ per gli amici, ha 72 anni e appartiene a un’antica famiglia aristocratica. E’ nato a Vienna da padre russo di origine olandese e madre estone, entrambi profughi in Tirolo, che all’epoca era parte del Reich tedesco, a seguito dell’invasione dell’Estonia da parte dell’Unione Sovietica avvenuta nel 1940.
Il ‘figlio di profughi’ ha iniziato la sua carriera universitaria proprio ad Innsbruck, alla facoltà di Economia, diventando professore ordinario. Negli anni ’80 si è trasferito a Vienna, dove è entrato in contatto con la politica: in origine era vicino ai socialdemocratici ma fu successivamente attratto dal movimento ecologista durante le proteste del 1984 contro una centrale nucleare sul Danubio.
Nel 1992 è passato ai Verdi, diventando deputato nel 1994. Nel 1997 il professore ha preso in mano le redini del partito, restandone per quasi undici anni il leader. Sotto la sua guida, il partito si è liberato, almeno in parte, dalla fama di essere la vera sinistra austriaca, più rosso che verde. Si è dimesso dall’incarico dopo il cattivo risultato del partito alle elezioni del settembre 2008. Van der Bellen ha conquistato consensi anche in ambito borghese, soprattutto tra i giovani nei grandi centri urbani. Nel 2012, dopo 18 anni di presenza ininterrotta nel parlamento austriaco, ha lasciato il Nationalrat per passare al consiglio comunale di Vienna, dove è rimasto fino al 2015. A queste elezioni si è presentato come candidato indipendente per ampliare le proprie possibilità, ma la sua campagna è finanziata e organizzata dai Verdi.