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Vaccini Covid. Consiglio d’Europa vota per il no a obbligo e passaporti sanitari

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L’assemblea del Consiglio d’Europa ha approvato, a larghissima maggioranza, una risoluzione che attesta e sostiene il no all’obbligo del vaccino Covid e il no ai patentini/passaporti vaccinali.
Vaccini Covid. Consiglio d’Europa vota per il no a obbligo e passaporti sanitari
L’assemblea del Consiglio d’Europa ha approvato, a larghissima maggioranza, una risoluzione che attesta e sostiene il no all’obbligo del vaccino Covid e il no ai patentini/passaporti vaccinali.
Si legge, nello specifico che occorre assicurare «che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno a livello politico, sociale o in altra forma può fare pressioni perché le persone si vaccinino se non lo scelgono autonomamente». La raccomandazione è anche quella di assicurare che «nessuno venga discriminato se non vaccinato», che «si comunichi in maniera trasparente il contenuto dei contratti stipulati con i produttori» e che si individuino programmi di indennizzo per chi riporta danni da vaccinazione.
Si legge ancora: «Le misure non devono comunque violare il diritto e la libertà di ogni individuo alla propria autonomia fisica e consenso informato« e citando la Convenzione di Oviedo, la risoluzione sottolinea che garantisce i diritti e la dignità «senza discriminazioni». «L’articolo 5 afferma che un intervento nel campo della salute può essere compiuto solo dopo che la persona ha fornito un consenso informato e libero. Nel caso dell’esitazione vaccinale, ciò implica che non si può imporre con la forza». In caso di eccezioni previste dalla legge, le condizioni si devono interpretare alla luce dei criteri stabiliti dalla Corte Europea per i diritti umani. Ma la risoluzione afferma anche di non raccomandare l’obbligo.
È stato votato anche l’emendamento che recita: «I certificati di vaccinazione non dovrebbero essere usati come “passaporto vaccinale” (ai confini, per i viaggi aerei o per l’accesso ai servizi). Tale uso sarebbe non scientifico in assenza di dati sull’effettiva efficacia dei vaccini nella riduzione della trasmissione, sulla durata dell’eventuale immunità acquisita e della percentuale di “fallimenti” nel produrre immunità dovuti alle nuove varianti, alla carica virale e ai ritardi nelle seconde dosi. Tale uso porrebbe anche problemi di privacy e, tenendo conto della limitata disponibilità di vaccini, potrebbe perpetrare e rafforzare pratiche di esclusione e discriminazione».
È poi arrivata una importante dichiarazione di Robert Spano, presidente della Corte europea per i diritti dell’uomo. In occasione della conferenza stampa annuale della Corte a Strasburgo, Spano ha osservato che la democrazia, l’indipendenza della magistratura e lo Stato di diritto sono sempre più frequentemente messi in discussione sia a livello europeo che mondiale.
Ha aggiunto che l’attuale pandemia ha già sollevato una serie di importanti questioni in materia di tutela dei diritti umani, tra cui la proporzionalità delle misure adottate dagli Stati membri del Consiglio d’Europa, la base giuridica di tali misure e le procedure nazionali applicate per sanzionare interventi o l’inerzia di risposte. Il Presidente Spano ha sottolineato che la CEDU è stata in grado di continuare il proprio lavoro nonostante la pandemia, decidendo su oltre 39.190 ricorsi nel 2020 e tenendo per la prima volta delle udienze pubbliche online.

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