Come ci si attendeva, è arrivato puntuale il caos allo scoccare del 10 marzo, giorno fatidico menzionato nelle nuove norme sull’obbligo vaccinale che però, secondo le interpretazioni di numerose associazioni e legali, non dovrebbe comportare l’esclusione da asili e scuole materne per la maggioranza dei bambini non in regola con i dieci vaccini. Intanto sono partite diffide ed esposti.
La Fism, Federazione Italiana Scuole Materne, che in Italia rappresenta alcune migliaia di scuole, ha diffuso il 9 marzo scorso una circolare esplicativa proprio sulle adempienze riguardanti obblighi vaccinali e scadenze per le famiglie. L’associazione Comilva, venuta a conoscenza del contenuto, ha inviato formale diffida all’ente e il Codacons ha diffidato le Asl e ha anche presentato esposti in 104 Procure d’Italia.
«Nessun dato sensibile sui bambini non vaccinati può essere diffuso dalle Asl alle scuole o ad altri soggetti, e tutti i direttori delle aziende sanitarie che violeranno tale disposizione dovranno essere indagati per abuso di atti d’ufficio. Codacons ha presentato una diffida alle Asl di tutta Italia e un esposto a 104 Procure della Repubblica affinché siano pienamente tutelati i diritti delle famiglie e si evitino abusi sui dati sensibili dei minori – scrive il Codacons – Il Garante della Privacy ha espresso di recente parere favorevole al modello regolamentare di flussi dei dati Asl/scuole elaborato dal Ministero della salute al fine di escludere dall’istruzione i bimbi non vaccinati, ma tale parere non può in nessun caso violare i principi fondamentali del Codice della Privacy. E’ preciso obbligo delle scuole e delle Asl predisporre misure idonee a proteggere i dati sensibili degli alunni anche attivando corsi di formazione per i dipendenti che accedono al trattamento dei dati, e tutti i direttori generali delle aziende sanitarie che non si atterranno a tali principi dovranno essere indagati per abuso di atti d’ufficio».
La Fism ha replicato affermando che «ha dato istruzioni per operare l’esclusione dall’accesso al servizio solo per i minori in cui fosse certo l’inadempimento. Per il solo caso in cui il minore escluso fosse riaffidato alla custodia della scuola si è data indicazione di segnalare l’occorso, conformemente a ciò che accade per tutte le scuole del Sistema nazionale di istruzione (nell’ambito dell’ infanzia, scuole statali, non statali, a gestione pubblica e privata) e tuttavia dando corso all’accoglienza del minore». Ha anche annunciato azioni legale a tutela della propria immagine.
Il Codacons è intervenuto nuovamente per puntualizzare: «Nessun errore ma anzi grande preoccupazione derivante proprio dall’attenta lettura della circolare Fism. Cosi il Codacons replica alla Federazione Italiana Scuole Materne che ha minacciato azioni legali contro l’associazione dei consumatori per aver annunciato ieri un esposto in Procura contro la stessa Federazione. Non solo non abbiamo diffuso alcuna informazione infondata ma anzi la nostra preoccupazione è stata dettata proprio dal contenuto della circolare della Fism di cui riportiamo l’estratto che più ci ha allarmato e che recita testualmente:
“La mancata presentazione della documentazione è motivo di esclusione dal servizio. Il legale rappresentante dell’istituzione scolastica provvederà in data 12.3.2018 alla immediata comunicazione ai genitori/tutori/affidatari del diniego di accesso al servizio […] Qualora il minore fosse affidato alla scuola anche a seguito della predetta comunicazione/spedizione il legale rappresentante ne darà pronta informazione per le vie brevi alla locale stazione di pubblica sicurezza”. Tale passaggio rappresenta per noi una condizione inaccettabile, oltre che una possibile lesione della privacy dei minori i cui dati sensibili relativi alle vaccinazioni non possono essere comunicati dalle scuole a soggetti terzi se non nei limiti previsti dal Garante – prosegue il Codacons – Pertanto confermiamo i nostri dubbi e la correttezza del nostro operato, e come preciso dovere statutario dell’associazione abbiamo chiesto alle autorità competenti di fare chiarezza su tale aspetto, senza ledere l’onorabilità di nessuno e nell’esclusivo interesse di migliaia di famiglie».
Il Codacons denuncia anche il caos scoppiato in queste ore in Italia sul fronte dei vaccini, con decisioni diverse tra i diversi Comuni e circolari regionali che aumentano i dubbi e rendono incerti gli adempimenti a carico delle famiglie.
“Si stanno creando discriminazioni e trattamenti diversificati dei bambini rispetto all’obbligo vaccinale non solo da regione a regione, ma anche da comune a comune – afferma il presidente Carlo Rienzi – Ciò determina una disparità di trattamento per le famiglie a seconda del luogo di residenza, ed eccessi inaccettabili con alcune scuole che hanno chiesto ai genitori adempimenti ulteriori rispetto a quanto previsto dalla legge ed enti che minacciano di far intervenire la Polizia contro le famiglie inadempienti. Per tale motivo chiediamo oggi alle Procure di tutta Italia di aprire inchieste sul territorio verificando eventuali abusi da parte delle Asl e accertando se le minacce di alcune scuole possano configurare il reato di violenza privata”.
Intanto sono iniziate le prime esclusioni in diverse zone d’Italia contro le quali molte famiglie si stanno opponendo.
Dal 5 marzo è attivo un numero telefonico gestito da un team di referenti dell’associazione AsSIS distribuiti a livello nazionale, che avrà l’obiettivo di dare indicazioni alle famiglie in merito alla legge 119/2017 e ai rapporti con gli istituti scolastici e le aziende sanitarie locali. Il numero da comporre è 050 0986863 e sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.45 alle 20.
QUI Assis fornisce una interpretazione delle norme e delle scadenze riguardanti la frequenza scolastica.