Vai al contenuto della pagina

Antidolorifici fans aumentano il rischio di infarto e ictus

homepage h2

L’uso prolungato di certi antidolorifici della famiglia dei fans è associato all’aumento di un terzo del rischio di infarto, ictus e morte per eventi cardiovascolari. I risultati di un gruppo di studio internazionale.
Un gruppo di ricerca internazionale che vede coinvolto anche l’Istituto di farmacologia della facoltà di Medicina e Chirurgia ‘Agostino Gemelli’ dell’università Cattolica di Roma ha scoperto che l’uso prolungato di certi antidolorifici della famiglia dei fans (farmaci antinfiammatori non steroidei) è associato a un aumento di circa un terzo del rischio di infarto, ictus e morte per eventi cardiovascolari. Alcuni dei principi attivi legati a tale rischio sono il diclofenac e l’ibuprofene, mentre il naprossene non aumenta tale rischio, probabilmente perchè ha effetti protettivi che contrastano la potenziale cardiotossicità. La meta-analisi è stata condotta dai ricercatori del gruppo “Mrc clinical trial service unit & Epidemiological studies unit” costituito con base alla University of Oxford diretti dal professor Colin Baigent, in collaborazione con il professor Carlo Patrono, ordinario di Farmacologia all’università Cattolica di Roma e finanziata dal Medical research council e dalla British heart foundation. La ricerca è stata pubblicata sul ‘ The lancet‘ e suggerisce che la scelta di una terapia di lunga durata con antidolorifici fans debba essere fatta in modo ragionato, scegliendo l’antidolorifico giusto, soprattutto se il paziente è già a rischio cardiovascolare, e informando adeguatamente il paziente circa i potenziali rischi legati a questi farmaci. I ricercatori hanno considerato i risultati di 639 trial clinici per un totale di oltre 300 mila persone coinvolte e analizzato i dati dei singoli pazienti al fine di predire gli effetti avversi degli antidolorifici fans. Per questi è emerso un rischio più elevato di complicanze vascolari, soprattutto a livello cardiaco, e un rischio da 2 a 4 volte superiore di emorragia gastrointestinale, che tuttavia raramente risulta fatale. Si calcola che per ogni 1.000 soggetti trattati in questo modo si verificano tre infarti in più di cui uno con esito fatale. In Inghilterra nel 2010 le prescrizioni di questi farmaci sono state 17 milioni. “Sulla base di queste ricerche – hanno detto gli autori – dovremmo raccomandare ai pazienti di assumere le dosi efficaci più basse di questi farmaci per il più breve tempo possibile necessario al controllo dei sintomi”.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!