Scienza come dogma o scienza come confronto continuo che punta al progresso della scienza stessa nell’arricchimento delle posizioni? Chi è disposto a rinunciare alla libertà di cura? Come incide su di essa il decreto del governo che impone l’obbligo di 12 vaccinazioni sui bambini? Se ne parla il 3 giugno a Firenze con relatori d’eccezione.
Sabato 3 giugno l’appuntamento è al cine-hall Odeon, in piazza Strozzi a Firenze per il convegno nazionale dal titolo
“Libertà di cura: una scelta europea. Come esercitare la cittadinanza consapevole in materia di salute”. E gli argomenti saranno quanti mai attuali, dopo il
decreto del governo che subordina la frequenza scolastica all’obbligo di effettuare 12 vaccinazioni sui bambini.
L’iniziativa è a ingresso libero e gratuito per tutti. Non occorre prenotazione. Orario: dalle 14 alle 19.30. L’iniziativa è organizzata dall’associazione Assis (Associazione Studi e Informazioni sulla Salute) con la mediapartnership di Terra Nuova Edizioni.
I relatori sono d’eccezione. Dopo i saluti e l’introduzione, prenderà la parola la prof.ssa Roberta Lanfredini, professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Firenze. «Solitamente si pensa alla scienza come il regno indiscusso dell’oggettività, della neutralità, della verità – spiega la professoressa Lanfredini – La storia della scienza e le riflessioni di molti epistemologi hanno tuttavia mostrato come questa sia una visione estremamente semplicistica e parziale del discorso scientifico. In realtà in molte significative occasioni la discussione critica e la proliferazione di ipotesi alternative è stata essenziale per l’efficacia del metodo scientifico; il che permette di riqualificare e riabilitare l’atteggiamento critico (contro quello dogmatico) a fini scientifici (e non esoterici, o addirittura superstiziosi)».
Prenderà poi la parola l’avvocato Fausto Gianelli, dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, con un intervento dal titolo “Dal diritto alla salute all’obbligo di cura – L’art 32 e i principi costituzionali in materia di libera scelta sanitaria”. Gianelli entrerà nel merito dell’attrito fra diritti costituzionalmente garantiti che alcuni provvedimenti del governo, tra cui il recente decreto sui 12 vaccini obbligatori, pongono all’ordine del giorno.
Luca Poma, giornalista e portavoce della Campagna Giù le mani dai bambini, farà il quadro delle pressioni delle case farmaceutiche e come esse possano condizionare la libertà di scelta terapeutica. Già nel suo libro, appena uscito, “Salviamo Gian Burrasca”, ha denunciato i retroscena del boom di psicofarmaci prescritti ai bambini e ricostruirà un “modus operandi” che si ravvede anche in altre scelte.
Il prof Piergiorgio Duca, docente di Statistica Medica e Biometria Università di Milano e presidente dell’associazione Medicina Democratica, porrà con forza l’accento sull’importanza della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle decisioni in materia di salute, sia essa del singolo o collettiva.
Il dottor Roberto Volpi, epidemiologo e statistico sanitario, illustrerà le statistiche reali riguardanti gli allarmi che sono state lanciati in questi ultimi mesi relativamente ad alcune malattie.
Il
prof Ivan Cavicchi, docente di sociologia dell’organizzazione sanitaria alla facoltà di medicina di Tor Vergata, toccherà il delicato tasto della deontologia medica, anche alla luce della radiazione recente del medico di Treviso che aveva espresso critiche sulle vaccinazioni di massa e alla luce di decine di provvedimenti disciplnari che stanno partendo o sono pariti in tutta Italia nei confronti di medici o critici nei confronti dell’immunizzazione di massa o che curano con le medicine non convenzionali. «Non penso che l’istituto superiore di sanità, dica sciocchezze, ma questo decreto è stato caricato di cose che con i vaccini c’entrano poco, è stato concepito in un clima di aperta intolleranza, interpretato con atteggiamenti di avversione verso le opinioni fuori dallo standard, messo in campo come una lezione esemplare da dare ad una società considerata irresponsabile e incosciente e non come una norma saggia per la salute di tutti – ha scritto il prof Cavicchi su
“Quotidiano Sanità” – Cosa chiedono i supposti genitori incoscienti? Non di essere obbligati a sottoporre i loro figli a trattamenti sanitari misteriosi di cui non conoscono e temono i meccanismi, ma di essere sicuri, di avere anamnesi accurate, un vero sistema di farmaco vigilanza, medici attenti, cautela clinica, una informazione vera completa non reticente e non contraddittoria. Essi oggi sono tutt’altro che incoscienti ma hanno difficoltà estreme ad esprimere la loro coscienza genitoriale. E lo Stato che fa? Anziché farne i primi attori della profilassi condiziona loro la patria potestà con dei TSO. Tutto questo è talmente abnorme da far venire il sospetto che il decreto sia stato pensato ben oltre gli ambiti strettamente scientifici della questione vaccini..».