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Cosa c’è nella merendina?

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È vero, le merendine sono comode: si mantengono a lungo, e ai bimbi piacciono. Ma per questo tipo di prodotti è più che mai opportuno leggere attentamente l’etichetta.
Nel 2011 il mercato delle merendine ha reso qualcosa come 1.056 milioni di euro, a fronte di una vendita di 174.950 tonnellate, dimostrandosi così in crescita rispetto al 2010. I prodotti favoriti sono croissant e tortine, che riequilibrano molto bene risultati meno brillanti ottenuti da panini al latte e tranci. Ma le categorie non finiscono qui: ci sono anche crostatine e plumcake. Insomma, quanto basta per deliziare qualsiasi palato. Il target principale delle merendine sono i bambini e i giovani adulti, quanto basta perché il prodotto raggiunga una penetrazione di circa il 93%. Secondo dati riportati dal Sole 24 ore, sono 21,5 milioni le famiglie italiane che acquistano merendine, per un consumo annuo di 3 kg a persona. Quali le ragioni di tanto successo? Prima di tutto la facilità di trasporto e conservazione. Sono in molti a preferire le merendine confezionate, acquistate al distributore più vicino, agli snack dolci preparati in casa. Anche le offerte variegate, capaci di rinnovarsi per venire incontro alle esigenze dei giovani consumatori, con tribuiscono sicuramente al loro alto tasso di vendita.
Le preferenze vanno a prodotti leggeri (termine su cui ci sarebbe molto da disquisire) e capaci di conciliare gusto e benessere. In quest’ottica sono nate nuove linee, che cercano di rispondere meglio ai bisogni del mercato. Già qualche anno fa, ad esempio, una nota catena di grande distribuzione ha proposto una linea di sfornati studiata in collaborazione con l’Ecog (European childhood obesity group) e la Sio (Società italiana obesità). Eliminati coloranti, conservanti e sale (l’unico dei prodotti esaminati che non lo aggiunge), si dà spazio a uova e frutta fresche: calano i grassi ma non i carboidrati e l’apporto calorico non è proprio basso, ma l’etichetta è ben leggibile. Più recente invece è il prodotto di una famosa azienda dolciaria, realizzato con olio extravergine di oliva: un esempio da seguire. Insomma, il mercato sembra muoversi nella direzione di un cambiamento, anche se forse un po’ lentamente. Ma i prodotti in commercio sono davvero salutari?
Primo piano sulle merendine
Nella maggior parte dei casi predominano zuccheri e grassi, che appaiono tra le prime posizioni nell’etichetta, e spesso anche nelle posizioni immediatamente successive.
Gli zuccheri sono rappresentati principalmente dallo zucchero bianco, sostituito da quello di canna nei prodotti bio, anche se non è detto che sia sempre meglio, come abbiamo imparato nell’articolo «Zucchero di canna: come scegliere?» (TN di dicembre 2011). Non mancano sciroppi vari, ma per fortuna il settore bio propone anche due edulcoranti validi, come la linfa di agave e il malto. I grassi rappresentano forse la nota più dolente, benché ormai quelli idrogenati siano praticamente scomparsi. Non sempre si conosce la provenienza dei lipidi usati, spesso di origine tropicale: secondo una ricerca pubblicata su Altroconsumo nel 2009, su 51 prodotti da forno si riscontrava un uso generalizzato di questi grassi. Ma la caccia all’esotico ci fa perdere di vista un elemento ben più grave: la presenza di grassi trans, cioè tutti quegli oli estratti a caldo con solventi chimici, al contrario di quelli bio, che sono di prima spremitura. Da più parti si spinge per arrivare a un divieto di questo genere di grassi, soprattutto dopo la pubblicazione di uno studio
sul British Medical Journal, secondo il quale la loro eliminazione potrebbe prevenire 11.000 attacchi di cuore all’anno e 7000 decessi.
Nel 2004 l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un appello per la riduzione dei grassi: inascoltato, come anche il dodecalogo pubblicato lo scorso novembre, che raccomanda l’eliminazione dei cibi troppo ricchi di grassi, zuccheri e sale. Come le merendine, per l’appunto, contro cui si scatenano regolarmente offensive.
Fuorin dalle scuole
Come abbiamo già detto, i principali fruitori di questi snack sono i bambini, di cui un gran numero, secondo le statistiche, è in sovrappeso o obeso. Ovviamente le merendine sono soltanto una parte del problema, ma il fatto che siano in vendita nelle scuole non è un punto a favore nella lotta contro l’obesità e il sovrappeso. Nell’agosto del 2010 la Spagna ha vietato le merendine nelle scuole e, nel corso degli anni, molte regioni italiane hanno tentato questo passo. Il progetto comunitario Frutta nelle scuole, varato ad aprile del 2011, punta proprio a promuovere il consumo di frutta a filiera corta tra gli scolari. Finanziato dalla UE e gestito dal Ministero delle politiche agricole, ha durata triennale e per il momento non ha purtroppo dato grandi risultati.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova di Febbraio 2012.

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