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Decreto vaccini: in diecimila a Roma per manifestare contro l’obbligo

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In diecimila si sono dati appuntamento a Roma domenica 11 giugno da tutta Italia per manifestare contro il decreto che introduce dodici vaccinazioni obbligatorie per la frequenza a scuola e che prevede sanzioni salatissime e segnalazione al tribunale dei minori per chi non ottempera. La manifestazione di protesta è stata organizzata dal Coordinamento nazionale per la libertà di scelta.
Hanno cominciato ad arrivare intorno a mezzogiorno, poi le fila si sono via via ingrossate, fino ad arrivare a circa diecimila persone durante il corteo che ha bloccato il traffico romano. Domenica 11 giugno hanno così sfilato nella capitale le famiglie che dicono no al decreto legge Lorenzin che introduce dodici vaccinazioni obbligatorie. La mancata ottemperanza esclude dalla frequenza a nidi e materne; ammette invece alla frequenza alla scuola dell’obbligo ma con sanzioni fino a 7.500 euro e segnalazione al tribunale dei minori che potrebbe sospendere la responsabilità genitoriale.
Gli striscioni che campeggiavano in piazza Bocca della Verità, dove i manifestanti si sono dati appuntamento, erano chiari in proposito: no all’obbligo era lo slogan che più spesso ritornava.
La manifestazione si è protratta nel pomeriggio con un corteo e con gli interventi dei rappresentanti delle associazioni e dei comitati che si sono riuniti sotto l’egida del Coordinamento nazionale per la libertà di scelta.
«Vogliamo poter scegliere sulla salute dei nostri figli, non sottostare a obblighi e imposizioni. Il rischio esiste, i vaccini hanno effetti collaterali, quindi deve esistere anche la libera scelta» dicono i genitori. «Non siamo di fronte a un’ermergenza, lo ha sottolineato anche il presidente del Consiglio Gentiloni; quindi, perchè si procede con un decreto d’urgenza impositivo che vìola persino il diritto costituzionalmente garantito all’istruzione?» è il commento di tante famiglie.
Il Coordinamento, le associazioni e i comitati si sono dati appuntamento l’8 luglio a Pesaro per un’altra manifestazione di protesta. Intanto il decreto legge arriverà già lunedì 12 o martedì 13 all’esame del Senato, per poi passare alla Camera. Deve infatti essere convertito in legge entro 60 giorni.

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