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Decreto vaccini, tra (mini) marce indietro e ammissioni di sperimentazione

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L’iter di conversione del decreto vaccini Lorenzin e le spaccature e le polemiche alle quali ha dato la stura stanno facendo emergere molti retroscena, contraddizioni, imbarazzi e forzature di un provvedimento che ha ampiamente mostrato i suoi limiti.
All’ultima puntata su La7 della trasmissione La Gabbia (non verrà più riproposta in palinsesto; forse perché scomoda?) il professor Ivan Cavicchi ha affermato che i dodici vaccini introdotti obbligatoriamente dal governo appaiono in tutto e per tutto come una sperimentazione perché non esistono studi scientifici sull’impatto di un così alto numero di somministrazioni sui bambini e il sottosegretario Davide Faraone ha risposto: «non credo che il fatto che l’Italia sia un Paese che sperimenta una obbligatorietà, anche su quel numero di vaccini, debba essere per forza considerato un fatto negativo». L’affermazione ha rinfocolato le polemiche proprio nel momento in cui è in corso l’iter di conversione in legge del decreto. L’esame presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, che a detta di alcuni all’inizio doveva essere un primo step veloce per passare poi oltre, si sta rivelando articolata, lunga e complessa e da più parti sono emersi commenti che ammettono come si sia preso atto di una serie di punti deboli e di forzature che potrebbero essere modificati.
Basti pensare che sono quasi 300 gli emendamenti presentati al decreto ( QUI li trovate tutti). In un incontro con le Regioni il 22 giugno è stato affrontato anche il tema delle sanzioni, che potrebbero essere rese meno pesanti per i genitori (ora si va da 500 a 7500, ripetibili) ed è emerso anche che potrebbero essere rese non obbligatorie da parte delle Asl le segnalazioni di inadempienza vaccinale ai Tribunale dei minori. In extremis è poi stato presentato da Patrizia Manassero del Pd un emendamente che porterebbe da 12 a 10 le vaccinazioni obbligatorie, eliminando meningococco B e C. Se questo emendamento dovesse passare, resterebbero obbligatorie:
  • anti-poliomielitica;
  • – anti-difterica;
  • – anti-tetanica;
  • – anti-epatite B;
  • – anti-pertosse;
  • – anti-Haemophilus influenzae tipo b;
  • – anti-morbillo;
  • – anti-rosolia;
  • – anti-parotite;
  • – anti-varicella.
L’emendamento propone anche di rivedere dopo 3 anni l’obbligo per antimorbillo, antirosolia, antiparotite e antivaricella, con possibilità di revocarlo (il testo dell’emendamento è scaricabile nel pdf in fondo all’articolo).
Il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato alle ore 12 del prossimo lunedì 3 luglio.
Intanto in tutta Italia continuano a susseguirsi nelle ultime settimane fiaccolate e manifestazioni di protesta di gruppi di genitori e associazioni che rivendicano la libertà di scelta in materia vaccinale. L’8 luglio a Pesaro al Parco Miralfiore è stata indetta una manifestazione nazionale a partire dalle ore 17.

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