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E se invece di Zika fosse Monsanto?

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Secondo un rapporto medico le malformazioni congenite di microcefalia imputate al virus Zika, potrebbero riferirsi all’uso di un larvicida prodotto dalla Monsanto. Sotto accusa il pyriproxifen, usato anche in Italia
L’epidemia del virus Zika fa paura a tutto il mondo, soprattutto per la celebrazione delle olimpiadi in Brasile, dove aumenterebbero i casi di contagio. Ma l’aumento di malformazioni congenite e di microcefalia nei neonati, potrebbe essere imputabile anche da insetticidi utilizzati per il controllo delle zanzare. Ben due associazioni di medici ritengono che queste sciagure siano causate da specifici pesticidi, commercializzati dalla Monsanto e nebulizzati per 18 mesi sui bacini idrici che forniscono le acque potabili alla popolazione colpita.
La denuncia è contenuta in un rapporto della Red Universitaria de Ambiente y Salud, gruppo di medici argentini impegnati nella difesa dei popoli vittima degli effetti dei pesticidi. È uscito il 3 febbraio, passando quasi inosservato. Nel dossier, i medici puntano il dito sul pyriproxyfen, un larvicida chimico prodotto da Sumitomo Chemical, una consociata giapponese della Monsanto.
Secondo i medici le precedenti epidemie di Zika non hanno causato malformazioni nei neonati, nonostante avessero infettato il 75% della popolazione nelle aree endemiche (era il 2007). Anche in altri Paesi si sono verificati diversi casi, eppure non sarebbero stati registrati effetti teratogeni.
L’uso del pyriproxyfen, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è molto criticato da un’altra associazione, questa volta di medici brasiliani (Abrasco). Essi sono convinti che la strategia di controllo chimico della zanzara Aedes stia contaminando l’ambiente e le persone, senza incidere sulla popolazione di insetti.
I tempi di esplosione dei casi di malformazioni craniche nei neonati sono sospetti, prosegue il rapporto. Dalla seconda metà del 2014 il Ministero della Salute brasiliano ha smesso di usare il temephos, un larvicida al quale l’Aedes era divenuto resistente. Così è passato al pyroproxyfen, commercialmente noto come Sumilarv.
Sono gli stessi inviati del Ministero a irrorare con questo potenziale teratogeno i bacini di acqua potabile utilizzati dal popolo del Pernambuco, Stato brasiliano in cui la proliferazione della zanzara Aedes è molto alta. Questo insetticida ovo-larvicida (utilizzato anche in Italia) agisce allo stesso modo dell’ormone giovanile degli insetti. Impedisce la schiusa delle uova, e inibisce la crescita delle neanidi. Ha infine un impatto indiretto anche sugli adulti, dei quali riduce il potenziale riproduttivo. In pratica, genera malformazioni nello sviluppo delle zanzare e causa la loro morte o impotenza.
I medici brasiliani della Associazione Abrasco chiedono urgenti studi epidemiologici che tengano conto di questo nesso di causalità. Tra i 3.893 casi di microcefalia confermati al 20 gennaio 2016, 49 bambini sono morti ma solo per cinque di loro è stata confermata l’infezione da Zika.
Il Washington Post ha riferito, il 29 gennaio, che dopo aver esaminato 732 casi di microcefalia su 4.180, gli esperti hanno concluso che più della metà non erano legati alla Zika. L’Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, non ha mai collegato esplicitamente il virus alle malformazioni. Il direttore generale, Margaret Chan, ha dichiarato però che «anche se un nesso causale tra l’infezione da Zika in gravidanza e la microcefalia non è stato stabilito, le prove indiziarie sono suggestive ed estremamente preoccupanti».
 
Intanto, lo Stato brasiliano del Rio Grande do Sul ha sospeso l’uso del pyriproxifen.

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