Le accuse sono pesantissime. Secondo la Procura di Parma, che ha fatto scattare perquisizioni e arresti, si è di fronte a “un sistema di corruzione e riciclaggio” che coinvolge grandi aziende farmaceutiche italiane ed estere. In manette 19 tra dottori e imprenditori operanti nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e dispositivi medici.
Il luminare italiano per le terapie del dolore, Guido Fanelli, è da questa mattina agli arresti domiciliari. E’ lui, secondo l’inchiesta della procura di Parma, il perno di un vasto “sistema di corruzione e riciclaggio” che coinvolge grandi aziende farmaceutiche italiane ed estere e che ha portato all’arresto di 19 dottori e imprenditori operanti nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e di dispositivi medici.
Il professor Fanelli, ordinario di Anestesia e Rianimazione all’università di Parma, è stato consulente tecnico del governo per l’estensione della legge 38 del 2010 sulle cure palliative e terapia del dolore, nonché presidente della Commissione istituita ad hoc dal 2008 al 2015 presso il ministero della Salute. E’ stato anche relatore del Piano oncologico nazionale del 2008.
Secondo le indagini condotte dai Carabinieri del Nas di Parma, Fanelli avrebbe asservito la sua funzione di pubblico ufficiale per favorire i colossi del mercato farmaceutico, attraverso sperimentazioni e convegni. In cambio avrebbe ricevuto denaro, beni immobili, automobili e addirittura uno yacht, il “Pasimafi V” da cui prende nome l’inchiesta. Sono state costituite società di comodo per far arrivare soldi al professore, e per questo è contestato agli indagati anche il riciclaggio. Lo yacht “Pasimafi V”, in particolare, era intestato a una di queste società di comodo e la gestione della manutenzione nonché l’acquisto della strumentazione di bordo erano a carico delle ditte farmaceutiche.
La vasta operazione ha impiegato oltre 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei Comandi Provinciali di sette regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Lazio). Sequestrati due delle società di comodo “allestite per il riciclaggio del provento delle attività illecite” e mezzo milione di euro, ritenuto profitto della corruzione.
I reati contestati agli indagati a vario titolo sono “associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, attraverso la commissione altresì dei reati di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori“. Le indagini avrebbero accertato che presso i consessi e le strutture controllate dal professor Fanelli (commissione nazionale, Università di Parma ovvero centri regionali di eccellenza nella trattazione della terapia del dolore) venivano condotte “sperimentazioni cliniche illegittime su ignari pazienti” con oneri a carico del Sistema sanitario nazionale. Non solo. Secondo l’accusa venivano sviluppate ricerche e raccolte di dati strumentali ai fabbisogni delle industrie, soprattutto con finalità di promozione e divulgazione dei relativi prodotti farmaceutici, avvalendosi della collaborazione di un dirigente compiacente del Ministero della Salute
Guido Fanelli, il 62enne direttore della struttura complessa di Anestesia, rianimazione e terapia antalgica dell’ospedale Maggiore di Parma, è stato arrestato nella sua abitazione nel milanese lunedì mattina. Il professore è ora ai domiciliari. A Parma sono state arrestate altre quattro persone. Il rettore dell’università di Parma, Loris Borghi, figura tra i 75 indagati.
Secondo la Procura di Parma, Fanelli sarebbe la mente di un “vasto sistema di corruzione e riciclaggio” che coinvolge grandi aziende farmaceutiche italiane ed estere e che ha portato in tutta Italia all’arresto di 19 dottori e imprenditori operanti nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e di dispositivi medici.
Di “corruzione quasi permanente, con mercimonio delle funzioni pubbliche per interessi privati” ha parlato il procuratore della Repubblica di Parma Antonio Salvatore Rustico. L’operazione Pasimafi ha svelato in pratica una organizzazione a cui partecipavano dirigenti medici, esponenti del ministero della Salute e diversi manager del campo farmaceutico. L’obiettivo era quello di pilotare il “business” delle cure palliative e delle terapie del dolore.
I reati contestati a vario titolo alle persone coinvolte includono l’associazione a delinquere aggravata, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, riciclaggio, truffa aggravata, abuso d’ufficio, peculato, comparaggio farmaceutico, trasferimento fraudolento di valori.
Una fitta rete di interessi che ha portato alla creazione di due società di comodo per il riciclaggio del denaro illecito e che permettevano di acquistare immobili, auto di lusso ed anche uno yacht il Pasimafi V che era in uso alla famiglia del professore universitario.
L’inchiesta gestita dal Pm Giuseppe Amara che scuote il mondo della sanità cittadina e nazionale vede ai domiciliari anche Massimo Allegri (43 anni), dirigente nello stesso reparto di Fanelli, di cui era considerato il “delfino”.
In base alle attività investigative condotte dal Nas di Parma a lui sarebbe toccato il compito di redigere studi per promuovere determinati farmaci o di preparare delle relazioni per smentire articoli negativi su un determinato prodotto o dispositivo medico. Un sistema in grado di effettuare ricerca non autorizzata su pazienti in alcune strutture di Terapie del Dolore dell’università di Parma e della regione Emilia-Romagna, di organizzare convegni medici con controllo diretto delle stesse aziende farmaceutiche ed anche pilotare le pubblicazioni scientifiche
I cinque arresti di Parma – Dieci le perquisizioni eseguite. Oltre a Fanelli e Allegri, sono ai domiciliari Ugo Grondelli (71 anni), residente a Montecarlo, ma domiciliato a Felino, membro del cda dell’Alteco Medical Lab, la società con sede a Lund in Svezia, che ha originato l’indagine; Marcello Grondelli, 45enne di Parma, amministratore delegato della Spindial, con sede a Collecchio; Giuseppe Vannucci, 66enne di Montechiarugolo, amministratore dell’impresa Appmed.
Fonte: La Repubblica