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I farmaci? Sempre più “geneticamente modificati”

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Farmindustria la definisce innovazione, c’è chi invece ha molte riserve. Fatto sta che i farmaci biotech sono un settore in crescita, anche in termini di fatturato. Significa che sono sempre di più i farmaci da materiale biologico geneticamente modificato. Ma le conseguenze a lungo termine?
Il quadro lo fornisce il Rapporto sulle biotecnologie del settore farmaceutico in Italia – 2015, che ha toni molto entusiasti; il rapporto è redatto da Farmindustria, l’associazione industriale delle aziende farmaceutiche, in collaborazione con Ernst & Young. Nei farmaci biotecnologici il principio attivo non è un prodotto di sintesi chimica ma è derivato a partire da materiale biologico (cellule animali o vegetali, batteri, virus) attraverso la tecnologia del DNA ricombinante. Nel mondo sono il 20% dei farmaci in commercio, il 40% dei nuovi autorizzati e il 50% di quelli in fase di sviluppo. Le aziende biotech in Italia sono 199 (66 sono imprese del farmaco e 133 sono altre biotech) e crescono gli investimenti, erano 563 milioni di euro nel 2013. Oltre 7 milioni di euro il fatturato. Tra le Regioni la Lombardia occupa il primo posto per numero di imprese del settore del Farmaco biotech (90 strutture), seguita da Lazio (37), Toscana (26), Piemonte (22) ed Emilia Romagna (21). L’industria biotech continua a crescere a livello mondiale e supera il trilione di dollari di capitalizzazione: l’utile netto, rileva il Rapporto, era al 231% nel 2014 al massimo storico di 14,9 miliardi di dollari, il capitale delle imprese americane e europee nel 2014 è arrivato a 54,3 mld di dollari e 94 società del settore in Ue e Usa si sono quotate in Borsa. Non c’è che dire: un settore che rende moltissimo in termini di soldi!

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