Il 5G continua la sua avanzata e si prospetta una selva ancora più fitta di antenne, quasi per ogni abitazione, sui lampioni della luce e persino wifi con i droni. Sono sempre di più i cittadini preoccupati per le conseguenze che questa esposizione massiccia all’elletrosmog potrà avere sulla salute e si organizzano mobilitazioni per chiedere garanzie.
Cittadini come cavie umane,
perché l’avanzata (plurimiliardaria nell’asta in corso
) del 5G prosegue senza sosta ma soprattutto
senza un’indagine preliminare sugli effetti sanitari che questa nuova ondata di microonde millimetriche potrebbe avere sulla salute pubblica, servendosi la quinta generazione
wireless di
mini-antenne che pel 2020
irradieranno d’elettrosmog il 98% del territorio italiano (previste antenne quasi per ogni abitazione, sui lampioni della luce e persino Wi-Fi dallo spazio coi droni in orbita satellitare) con inesplorate radiofrequenze, pericolose anche per l’ambiente e possibile
causa di cancro e tumori secondo gli studi più aggiornati della ricerca scientifica internazionale (
National Toxicology Program e Istituto Ramazzini) e dal 2011 già per l’
Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro. E allora, che fare?
Come mobilitarsi
Se per applicare il Principio di Precauzione non è bastato un accorato ‘appello moratoria’ formulato da una task force di un centinaio di medici e dall’asso-medici ambientali ISDE Italia, se non sono bastate le numerose
scritture private avanzate dalle associazioni di malati e le petizioni popolari inoltrate al Governo (
si può firmare qui per quota 5.000, altre ne seguiranno), in attesa della risposta dei Ministri di Salute e Ambiente agli inquietanti interrogativi sollevati alla
Camera nell’interrogazione parlamentare di una deputata di maggioranza, c’è chi decide di non restare al palo e opta per una clamorosa autodifesa personale: sulle scrivanie di Sindaci (garanti della salute pubblica nei comuni amministrati) e dei ministri Grillo (Salute) e Di Maio (Sviluppo Economico) sta per arrivare la prima ondata di diffide, azioni legali di intimazione a fermarsi e non proseguire nel pericoloso progetto di elettrizzazione dell’aria pubblica, perché la salute (diritto costituzionale) viene prima di tutto!
Vediamo cos’è una diffida legale
Cos’è una diffida: si tratta di un’azione extragiudiziale, cioè che non comporta alcun esposto-denuncia da presentare in Procura, ma un atto legale formulato da un cittadino o da un legale rappresentante che, su richiesta dell’assistito, intima ad organi decisori e sanità pubblica di considerare le possibili ripercussioni nocive dell’annunciato tsunami 5G. Ogni cittadino può farla, chiunque si senta minacciato e in pericolo per la strategia pervadente e ubiquitaria di radiofrequenze millimetriche per disseminare inediti campi elettromagnetici multipli e cumulativi (dal campo elettrico evidentemente più alto rispetto ai limiti di legge attualmente vigenti) può inoltrare una diffida. E’ la mossa utilizzata dai cittadini delle città americane che si stanno tenacemente opponendo al 5G! Il precedente USA indica in questa una strada legalmente percorribile.
Tecnicamente (scrive ‘
La legge per tutti’) “la
diffida è una lettera con cui un soggetto (può essere un privato o il proprio avvocato) intima a un altro soggetto un determinato comportamento o l’astensione da un determinato comportamento. La richiesta può consistere in un obbligo di non fare. Lo scopo della diffida è quello di sollecitare il destinatario a non compiere ciò che gli si chiede, dandogli ‘un’ultima possibilità’ prima di ricorrere al giudice e avviare la causa o richiedere un decreto ingiuntivo (a seconda dei casi). L
a diffida è quindi un atto completamente privato, redatto dall’avvocato sulla base delle informazioni ricevute dal proprio cliente e dove il tribunale non entra affatto. (…)
Lo scopo della diffida è anche quello di dimostrare, in un futuro contenzioso, di aver esplicitato in modo chiaro alla controparte le proprie richieste, a scanso di equivoci e per sottolineare, con maggiore forza, la volontà altrui di essere inadempiente. Insomma,
è un modo per rimarcare l’altrui inadempimento”.
Cosa fare: si può scrivere una diffida autonomamente o anche contattare il proprio legale di fiducia, chiedendo all’avvocato di redigere un’intimazione per tutelare la propria salute.
Il manuale per difendersi dall’elettrosmog
Il libro
“Manuale di autodifesa per elettrosensibili” (Terra Nuova Edizioni) è un manuale di inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione
una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del
Principio di Precauzione. L’elettrosmog è un pericolo per la salute? «Non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per dimostrarlo». Il libro confuta quest’assioma stereotipato, fondato su ricerche superate di dubbia indipendenza, e offre
una panoramica dei rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici.
L’autore indica i confini e le linee guida dell’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante e tipica dell’Era Elettromagnetica, patita da un numero sempre più grande di cittadini invisibili, costretti alla fuga da città e modernità.
Nel libro sono raccolte le testimonianze dei malati, le storie di suicidi e dell’insorgenza di patologie tumorali, e le sentenze shock che stabiliscono il nesso telefonino=cancro; vengono raccontati i lati oscuri dell’elettrosmog e svelate le incongruenze, le distorsioni metodologiche e i conflitti d’interesse alla base del cosiddetto fronte negazionista. Capitoli molto importanti sono inoltre dedicati alle più efficaci terapie elettrodesensibilizzanti, che vengono in aiuto per cercare di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici sugli esseri umani.