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Il governo Monti sopprime l’Inran

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Il Paese della Dieta Mediterranea si priva dell’unico istituto in grado di fare ricerca nel campo degli alimenti e della sana nutrizione.
 Un colpo di spugna sull’INRAN da parte del governo Monti. L’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) famoso nel mondo per avere promosso la dieta mediterranea, è stato cancellato l’articolo 13 della bozza di decreto con i tagli decisi dal governo Monti per ridurre la spesa pubblica. Le competenze saranno trasferite al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA),
 L’INRAN da diversi anni svolge attività di ricerca, informazione e promozione nel campo degli alimenti e della nutrizione ai fini della tutela del consumatore e del miglioramento qualitativo delle produzioni agro-alimentari. Un istituto importante per l’Italia, che ha fatto della dieta mediterranea il fiore all’occhiello del suo sistema agroalimentare e un avamposto per la prevenzione delle malattie e il mantenimento della salute.
Il fatto grave, come sottolinea Roberto La Pira sulle pagine de Il Fatto Alimentare, è che adesso il paese della Dieta Mediterranea rimane  senza istituti di ricerca che si occupano di nutrizione. “Purtroppo questa scelta è stata fatta seguendo logiche di lobby, per cui si sono stati salvati enti meglio collegati alla realtà politica e si è sacrificata una realtà senza appoggi che svolgeva un ruolo pubblico importante.”
“Chi ha partecipato alle poche riunioni  presso il  Ministero dell’Agricoltura in cui si è discusso del problema si è reso conto di avere di fronte persone molto ferrate sulle mucche e sulle sementi, ma poco disponibili a capire il ruolo decisivo del cibo e dell’alimentazione. La decisione è pesante anche perché all’interno di altri ministeri non esistono figure di riferimento in grado di portare avanti un discorso nutrizionale. I politici e i ministri che sbandierano in tutto il mondo il made in Italy, non si rendono conto che d’ora in poi dovranno muoversi senza un supporto scientifico. Insomma in futuro il made in Italy a tavola vedrà forse qualche salsiccia e qualche formaggio in più, ma non ci sarà più chi spiegherà perchè  il tutto va consumato con moderazione e intelligenza”.

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