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Il Qi Gong per contrastare il burn out: sperimentazione su operatori sanitari

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Per ora una sperimentazione ancora molto limitata nei numeri ma i cui risultati si sono mostrati incoraggianti: è quella condotta nel 2020, per alcuni mesi, su operatori sanitari dell’Ausl di Pavullo, in provincia di Modena, con un corso sperimentale di Daoyin Qigong tenuto dal Maestro Guido Gelatti dell’Associazione Daoyin Italia – Istituto Italiano Zhang Guangde. Lo abbiamo intervistato.
Il Qi Gong per contrastare il burn out: sperimentazione su operatori sanitari
Per ora una sperimentazione ancora molto limitata nei numeri ma i cui risultati si sono mostrati incoraggianti: è quella condotta nel 2020, per alcuni mesi, su operatori sanitari dell’Ausl di Pavullo, in provincia di Modena, con un corso sperimentale di Daoyin Qigong tenuto dal Maestro Guido Gelatti dell’Associazione Daoyin Italia – Istituto Italiano Zhang Guangde.
Lo abbiamo intervistato.
Maestro Gelatti, quali sono le caratteritsiche principali della sperimentazione che
 avete condotto con il qi gong per contenere/risolvere il burn out degli
 operatori sanitari?
«Le tecniche utilizzate in questa sperimentazione sono quelle del Daoyin Yangsheng Gong del prof. Zhang Guangde del corso di laurea di Educazione Fisica dell’università di Pechino. Il Daoyin è una disciplina psicofisica che si basa sul principio delle tre regolazioni, ossia: regolare la mente, regolare il respiro e regolare il corpo, ciò significa che attraverso il controllo cosciente del pensiero ed una respirazione profonda di tipo inverso, si eseguono una serie di movimenti finalizzati al riequilibrio del flusso di energia vitale, per i cinesi (Qi), all’interno della rete dei canali o meridiani energetici. Tutto questo lo si fa perché, secondo i principi della medicina tradizionale cinese (Mtc), un corretto e regolare flusso di Qi nei meridiani energetici è la base per un buono stato di salute e benessere, viceversa l’alterarsi della regolarità di questo flusso e di conseguenza il ristagno di energia vitale, è la prima causa dell’insorgenza di malessere, che in seguito può tramutarsi in malattia. Il sistema Daoyin Yangsheng Gong è costituito da tanti esercizi con diverse caratteristiche e specificità, in questo caso ho insegnato e abbiamo praticato due sequenze di otto tecniche e della durata di 10 /12 minuti cadauna, la prima legata all’apparato respiratorio e la seconda legata all’apparato digerente. La scelta di questi due esercizi non è casuale, in quanto vanno a lavorare su due apparati fortemente coinvolti, sia sul piano organico che sul piano emozionale, dall’epidemia di Covid19. Secondo la Mtc infatti ad ogni organo, o più correttamente ad ogni coppia di organi, sono associate particolari emozioni, nel caso specifico alla coppia di organi polmone/grosso intestino è associata l’emozione della tristezza, mentre alla coppia milza-pancreas/stomaco è associata la cosiddetta ruminazione mentale o pensiero ossessivo. Dunque è evidente come, in questo periodo, entrambi questi apparati siano stati soggetti a forte stress in particolare negli operatori sanitari. L’esercizio per tonificare i polmoni e combattere la tristezza è caratterizzato dallo stretching della parte alta del corpo con particolare attenzione alle tecniche di torsione, rotazione e flessione di braccia, collo e busto, in quanto i meridiani corrispondenti a polmoni ed intestino crasso si trovano lungo le braccia, e con l’aggiunta della concentrazione mentale su precisi punti del corpo, corrispondenti a quelli dell’agopuntura. L’esercizio per riequilibrare l’energia dello stomaco e donare tranquillità alla mente è invece caratterizzato da molte tecniche di auto massaggio della zona viscerale e dalla digitopressione dei punti di agopuntura direttamente collegati all’apparto digerente, oltre al sempre presente stretching dei meridiani di milza-pancreas e stomaco. Questi esercizi svolti con lentezza, concentrazione e costanza in un ambiente naturale a contatto con la terra, la luce del sole e all’aria aperta e aggiungo in gruppo e di persona, sempre naturalmente nel massimo rispetto delle normative di sicurezza vigenti, sono state assolutamente ben gradite dai partecipanti che sono riusciti a migliorare il loro squilibrio psicofisico dovuto allo stress vissuto sul lavoro».


In quali strutture è stata condotta l’osservazione, per quanto tempo e
su quanti soggetti?
«La sperimentazione è stata condotta su 20 operatori dell’Ausl di Pavullo, nella provincia di Modena, provenienti dai diversi reparti e uffici dell’Azienda Sanitaria, più 10 dipendenti delle Associazioni di Volontariato e Aziende locali che hanno partecipato alla realizzazione del progetto denominato “DaoyInsieme”. Per 12 settimane abbiamo svolto un’ora di pratica all’aria aperta, tutti i mercoledì mattina, dalla metà di settembre alla metà di dicembre, in una zona verde messa a disposizione dall’Aeroclub di Pavullo».


Quali sono stati i risultati?
«Al termine del progetto è stato rilasciato un questionario di gradimento ai partecipanti che ha avuto un esito ampiamente soddisfacente. L’esperienza in termini di benessere personale è stata valutata tra buona ed eccellente dal 75 per cento dei partecipanti così come il materiale multimediale fornito».
Com’è nata l’idea e come sono state individuate le disponibilità per
portare a termine questa esperienza nelle strutture sanitarie pubbliche?
«L’iniziativa, dal carattere sperimentale e innovativo, è stata concepita dal Servizio di Mobility Management dell’Ausl di Modena e dalla Direzione del Distretto di Pavullo, per offrire, per la prima volta ai loro dipendenti, un servizio specifico e mirato alla cura del benessere psicofisico. Gli operatori sanitari che hanno partecipato sono stati selezionati sulla base di una loro spontanea volontà di aderire al progetto, allo stesso modo, su base volontaria, sono stati selezionati i 10 dipendenti  e volontari delle Aziende e Associazioni che hanno sostenuto questo vero e proprio progetto di comunità, ossia: AVAP Croce Verde, ASEOP Pavullo e VIS Hydraulics, che hanno sostenuto l’intero costo del progetto e l’Aero Club Pavullo».


Si può ricavare dallo studio una indicazione generale in caso appunto 
di burn out di operatori della sanità ma non solo?
«Ciò che è emerso con chiarezza da questo progetto è che una disciplina come il Daoyin, che si basa in primo luogo sul movimento del corpo e sulla respirazione, ma coinvolge in modo importante anche l’uso del pensiero, è senza dubbio uno strumento in grado di alleggerire gli operatori sanitari dalla pressione e dallo stress che causano il burn out, in quanto riuscire a spostare la mente dalle fonti di stress è la prima cosa da fare, ma sappiamo anche molto bene quanto questo processo sia difficile da realizzare, invece, prendendosi regolarmente un po’ di tempo per se stessi, attraverso l’ascolto del proprio corpo in movimento, la stimolazione dei punti di agopuntura, lo stretching dei meridiani energetici, l’ascolto e la guida del respiro in modo lento e profondo, la stragrande maggioranza degli operatori sanitari è riuscita a spostare il proprio focus mentale ottenendo un immediato miglioramento del proprio umore e ha anche notato con chiarezza come le tecniche di allungamento e il modo di muoversi lento e controllato tipico del Daoyin siano metodi in grado di alzare i livelli di benessere fisico, grazie al movimento specifico, e migliorare e in alcuni casi cambiare il proprio umore».

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