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In coma per un’otite: accusata l’omeopatia

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È morto il bambino di 7 anni che era entrato in coma irreversibile dopo un’otite. Al bambino nei giorni precedenti il suo ricovero in ospedale erano stati somministrati medicinali omeopatici e secondo i medici ospedalieri l’errore sarebbe stato quello di non somministrare antibiotici. Questo ha innescato un generalizzato attacco all’omeopatia. La Fiamo replica.
Secondo le ricostruzioni uscite dalla direzione dell’ospedale di Ancona e riportate dai media, un bambino di 7 anni è morto dopo essere stato dichiarato in coma irreversibile. Il piccolo era stato sottoposto a un intervento chirurgico d’emergenza per cercare di rimuovere un ascesso cerebrale causato dal pus, a sua volta provocato da un’otite. I medici ospedalieri hanno spiegato che i genitori per una quindicina di giorni avevano trattato il bambino, su indicazione del loro medico omeopata di fiducia, con medicinali omeopatici prima del ricovero, avvenuto il 24 maggio dopo il peggioramento delle condizioni del piccolo. Stando alla ricostruzione dei medici ospedalieri, la causa dell’aggravamento delle condizioni del bambino e dell’ascesso cerebrale che ha richiesto l’intervento chirurgico va individuata nel fatto che sono stati utilizzati medicinali omeopatici anziché antibiotici.
Gli atti d’indagine sono stati trasmessi dalla Procura di Ancona a quella di Urbino. Maggiore chiarezza arriverà probabilmente dall’autopsia. Ciò non ha impedito un generalizzato attacco nei confronti dell’omeopatia nel suo complesso.
In proposito interviene Antonella Ronchi, presidente della Fiamo, Federazione Italiana delle Associazioni e Medici Omeopati. «Innanzi tutto va ancora una volta sottolineato che gli omeopati sono medici esperti in omeopatia e come tali scelgono l’approccio terapeutico più adatto, efficace e sicuro valutando ogni singolo caso. Qui non si tratta di un problema legato all’omeopatia in generale, si tratta invece di un problema medico legato a una condizione individuale. I medicinali omeopatici possono essere utilissimi nell’otite catarrale acuta dei bambini, nemmeno la medicina allopatica indica gli antibiotici come trattamenti di prima scelta nei casi di otite. È chiaro però che dopo alcuni giorni, se il trattamento omeopatico si rivela inefficace occorre passare ad altro, anche agli antibiotici se necessario. Quindi, come in tutti i casi, è la valutazione medica individuale che detta l’approccio terapeutico migliore da seguire. Resta il rammarico di vedere che, come sempre, si scatenano processi mediatici che non giovano a nessuno, né alla medicina né ai pazienti. Poiché la conoscenza del caso di cui si dispone è quella che tutti possiamo dedurre dalla lettura delle cronache non conoscendo in dettaglio il caso in questione, la FIAMO si astiene dall’esprimere giudizi sui fatti e respinge la criminalizzazione dell’approccio medico omeopatico nel suo complesso a fronte di un singolo caso».
Commenta il dottor Fabio Franchi, per anni virologo all’ospedale di Trieste: «Non vorrei però che focalizzando su questa povera famiglia si perdesse di vista il “panorama”. Gli errori medici sono purtroppo molto diffusi e non ne sono esenti i medici di formazione tradizionale. Non sono prerogativa degli omeopati, come vorrebbero ora far sembrare. In America calcolano che tali errori siano la TERZA CAUSA DI MORTE». 

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