Isde e oncologi: «Radiofrequenze e tumori, il rapporto dell’ISS non protegge la salute pubblica»
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In sintesi, come illustrato da Isde, il rapporto ISTISAN 19/11:
– Ai fini della tutela della salute pubblica ritiene adeguati e sufficienti gli standard ICNIRP, basati in modo arbitrario sulla sola possibilità di indurre effetti termici acuti e ignorando i risultati di numerosi studi che suggeriscono effetti biologici non-termici successivi a esposizioni croniche anche inferiori ai limiti attuali. Ai fini di proteggere in maniera adeguata e piena la popolazione dovrebbero essere considerate tutte le evidenze scientifiche disponibili sugli effetti delle radiofrequenze e non solo una parte di esse.
– Ignora completamente il documentato rischio di patologie non-oncologiche da esposizione a radiofrequenze e l’ipersensibilità ad esse.
– Nelle conclusioni parla timidamente di incertezze scientifiche ma evita di esplicitare la sostanza di tali incertezze e non propone quale utilizzo farne a fini di prevenzione primaria, data l’affermata maggiore vulnerabilità dei bambini, alla quale sarebbe da aggiungere quella verosimile delle donne in gravidanza, e dei soggetti elettrosensibili.
– Basa le sue conclusioni su un esame della letteratura incompleto degli studi descrittivi dei trend di incidenza dei tumori de sistema nervoso centrale. Nel riferimento ad alcune meta-analisi, ignora il fatto che in esse sono stati inseriti studi “negativi” con limiti dichiarati dagli stessi Autori. Infine, sono sottovalutate le evidenze sperimentali robuste e recenti che hanno confermato in maniera diretta la capacità delle radiofrequenze di promuovere la cancerogenesi anche per esposizioni inferiori a quelle dei limiti ICNIRP.
– Afferma che “le evidenze scientifiche correnti, sebbene non consentano di escludere completamente la possibilità di effetti a lungo termine … non giustificano modifiche sostanziali all’impostazione corrente degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute” senza specificare quali indicazioni e quali evidenze giustificherebbero modifiche sostanziali.
– Riconosce come la normativa nazionale sia in questo momento inadeguata a verificare l’esistenza di livelli di esposizione alle frequenze del 5G certamente sicure per la salute pubblica, che lo sviluppo del 5G avverrà “in un futuro non facilmente prevedibile”, che “al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G” e che “sarà dunque necessaria una revisione della normativa nazionale”. Tuttavia, non propone alcuna soluzione immediata finalizzata a garantire la piena tutela sanitaria degli esposti né misure di prevenzione primaria. E’ da ricordare che già attualmente l’infrastruttura 5G ha interessato in via “sperimentale” circa 4 milioni di italiani ed è in fase di avanzata implementazione su tutto il territorio nazionale.
«Per le motivazioni sinteticamente descritte – prosegue Isde nella petizione – si propone il ritiro del documento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e una sua rielaborazione più ampia (non limitata alle sole patologie oncologiche), che:
Per saperne di più
Un libro utilissimo, che illustra ricerche scientifiche e studi sui rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici: è “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” (Terra Nuova Edizioni).
Un libro inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.