L’acqua può rivelarsi un elemento chiave in gravidanza e durante il parto. E lo sanno bene le ostetriche che in Italia assistono, sia a domicilio che negli ospedali organizzati, ai parti in acqua di tante donne che fanno questa scelta. Ne parliamo con Carla Joly, ostetrica che da anni si occupa di nascita e acquaticità.
«Il contatto con l’acqua può essere molto utile durante la gravidanza e il parto – dice
Carla Joly, ostetrica che dopo avere lavorato in ospedale e presso Ausl ora si dedica alla libera professione prestano attività in
Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Toscana – sia come attività fisica che come opportunità di rilassamento».
«L’acqua è la culla della vita e per portare salute deve essere un’acqua in movimento che si ossigena.L’acqua è specchio anche del legame con il bambino – spiega Carla – Tutte le acque terrestri quindi anche quelle corporee sono governate dalla Luna e dalle sue fasi, il ciclo femminile che si sovrappone esattamente con i suoi 28 giorni al ciclo lunare ne è governato così come la gravidanza. Gli ormoni che governano le acque in gravidanza e la femminilità sono gli estrogeni, smuovono le acque e gli umori rendendo le donne più flessibili ,adattabili ed emotive ,stimolano il sentire, l’espressione creativa, rendono la donna più bella perché più ricca interiormente, più aperta a livello emozionale, più aperta a livello corporeo, apertura che raggiunge il suo apice durante il parto».
Qual è l’importanza del lavoro in acqua per la fisiologia della nascita?
«Durante la gravidanza l’immersione in acqua non è solo una delle alternative a disposizione da utilizzare, ma probabilmente l’esatta dimensione di riferimento per chi sta aspettando di accogliere una nuova vita – spiega Carla – nell’immediato è capace di ridare l’autonomia ad un corpo in profonda trasformazione; alleggerisce dal peso e facilita ogni tipo attività fisiologica. Inoltre l’acqua calda ha il potere di indurre al rilassamento della muscolatura e del sistema nervoso. Un movimento moderatamente dinamico aiuta le peristalsi, la circolazione periferica e l’ossigenazione dell’intestino nonché diminuisce lo stress della mamma e del bambino dato dalla costante della gravità, in un epoca dove le donne sono sopraffatte dai ritmi frenetici della vita moderna».
«L’attività in acqua inoltre punta al mantenimento della funzionalità globale con l’utilizzo di esercizi semplici come la camminata, il movimento delle braccia e del bacino, ma aldilà di tutto questo, la vera ricchezza dell’elemento si riscontra quando lo specchio d’acqua viene utilizzato come il proprio specchio dell’anima e allora nell’approccio della faccia immersa si può fare la conoscenza di tutte le paure , quelle che conosciamo che ci assillano e che ci limitano ma anche di quelle sconosciute, quelle ancestrali che gli ormoni in gravidanza aiutano ad amplificare. Da qui il lavoro sulla respirazione diventa fondamentale come lavoro di percezione personale e di connessione al bambino poiché in acqua i segnali attraverso le vibrazioni hanno un riverbero all’ennesima potenza su tutti i tessuti. Importante considerare il respiro anche in funzione del parto dove la buona percezione e gestione del diaframma toracico porta a sua volta ad una buona gestione del diaframma pelvico, meglio conosciuto come perineo, nonché la porta di accesso al mondo terrestre del bambino».
«L’acqua dà comunque una grande possibilità di manovra in qualsiasi epoca gestazionale, auspicabile quindi il nuoto come riassunto di tutte le attività consigliate come il movimento, la respirazione ma anche l’allungamento della colonna vertebrale e il rilassamento della muscolatura che sfruttando la posizione
orizzontale,anche in maniera inerte, propongono un beneficio psicofisico totale. Durante la nascita l’acquaticità, o preparazione al parto in acqua, è importante anche in relazione a una nascita in acqua e una buona acquaticità materna favorisce già in utero lo sviluppo futuro di una buona acquaticità neonatale. Nascere nell’acqua diminuisce il dolore del parto per la mamma e riduce il trauma del bambino con un passaggio più graduale dalla vita intrauterina alla vita terrestre fuori dall’utero materno, con un migliore adattamento all’elemento aeriforme. Il
parto in acqua venendo meno la forza di gravità, diminuisce il consumo di energia (il fabbisogno di ossigeno è stato dimostrato che diminuisce dal 60 al 75% ), l’energia che a terra serve a combatterla diventa disponibile per il sistema nervoso, stimolando le funzioni cerebrali. L’uso dell’acqua in travaglio insieme alla pratica del massaggio metamorfico costituiscono una assicurazione sulla salute neonatale che viene protetta attivandone il potenziale salutogenico e rilassando la mamma».
Carla Joly collabora a
Fucecchio (Firenze) con l’istruttrice di nuoto
Valeria Bindi.