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L’autismo potrebbe essere causato dall’inquinamento

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Il nesso tra autismo e inquinamento atmosferico si fa sempre più plausibile. Una ricerca scientifica dimostra che le madri esposte alle polveri sottili in gravidanza hanno più probabilità di partorire figli autistici. Si tratta della quinta conferma scientifica
L’autismo potrebbe essere determinato, o quanto meno favorito, dall’esposizione all’inquinamento. La tesi è stata esposta in uno studio della Harvard School of Public Health effettuato su 1767 bambini. Gli scienziati che hanno pubblicato la ricerca sulla rivista Environmental Health Perspectives puntano il dito contro il particolato fine che attraverso i polmoni viene assorbito nel sangue.  L’insorgenza dell’autismo risulta più diffusa quando le madri vivono in prossimità di luoghi più inquinati, ragione che ha spinto gli esperti a raccomandare maggiore cautela nell’esposizione all’aria cattiva durante la gravidanza. Difficile pensare che possa essere casuale il fatto che le concentrazioni di polveri sottili nei luoghi di residenza delle 245 madri che hanno partorito figli autistici, siano più elevati di tutti gli altri casi.
In particolare secondo gli esperti è il terzo trimestre quello più delicato in cui l’inquinamento potrebbe incrementare il rischio di sviluppare l’autismo. Come ha fatto notare il professor Frank Kelly, direttore del gruppo di ricerca ambientale al King’s College di Londra, la ricerca non è un caso isolato, ma si tratta di una conferma: sono ormai 5 gli studi che confermano questa ipotesi di correlazione tra agenti inquinanti e autismo.
L’Oms ricorda che l’inquinamento atmosferico causa circa 3,7 milioni di morti ogni anno. Non sarebbe il caso di prendere sul serio queste raccomandazioni?

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