«Sappiamo che il viso è lo specchio dell’anima, è la nostra immagine nel mondo, la nostra carta di identità. Il viso contiene una serie di informazioni che se adeguatamente interpretate possono agevolare la comprensione di chi abbiamo davanti. Questa è la morfopsicologia, evoluzione della fisiognomica che permette lo studio della personalità di un individuo dalle forme del viso. Così come questo può avvenire a livello del volto, egualmente avviene a livello della bocca»: a spiegarlo nel suo libro è il dottor
Giuseppe Massaiu, autore appunto di “
La cura naturale di denti e bocca” (Terra Nuova Edizioni).
«La forma tradisce la funzione, ed esse sono associate nel perseguire uno scopo, che è quello di determinare la manifestazione della persona nell’ambiente in cui vive. Possiamo quindi affermare che la parola modella il cervello, così come i nostri pensieri modellano il corpo. E dato che la bocca fa parte del corpo, anche questa risponde alle stesse regole – spiega Massaiu – Questa è l’organo principe della nostra capacità di esprimere pensieri ed emozioni, e può essere letta sia scientificamente che psicologicamente, oltre che in chiave simbolica, come una parte del corpo capace di registrare ed esprimere il nostro vissuto psico-emotivo».
«Tutte le componenti del volto, pur partendo da un preciso significato d’essere, creando fra loro interazioni, e rapportandosi all’ambiente circostante, assumono e danno differenti espressioni a seconda del contesto in cui si inseriscono – prosegue il dottor Massaiu – Sappiamo che non tutto viene definito aprioristicamente e geneticamente al momento del concepimento ed evidenziato al momento della nascita. Si parte dalle basi genetiche ereditate prima dagli antenati e poi dai genitori, e alla nascita tutto, come ha affermato Corman, si “dinamizza” con il “movimento” che ogni individuo compie con l’incontro con l’ambiente. Questo avviene nel tempo in tre modi:
– cedendo e adattandosi a esso;
– interagendo in maniera serena in un ambiente bilanciato;
– combattendo e opponendosi con la propria individualità.
La frustrazione, la risposta positiva o quella di rivalsa ai nostri bisogni vitali, fisici e psichici, determinano, o, per meglio dire, plasmano:
– la conformazione del nostro corpo e della nostra bocca;
– il nostro modo di essere;
– il nostro personale modo di stare al mondo.
Ciò avviene soprattutto nei primi anni di vita, quando il bambino non ha la possibilità di rielaborare coscientemente le sofferenze dovute a un ambiente carente emotivamente, o le ripicche dovute a un ambiente soffocante e intrusivo, e che chiaramente esprimerà con delle risposte nel corpo».