L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato l’ultimo rapporto sulle medicine complementari e tradizionali che definisce le strategie da raccomandare a governi e operatori da qui fino al 2023 relativamente al settore.
Il documento, che si intitola The WHO Traditional Medicine Strategy 2014-2023 (1), è chiarissimo nella sua presa di posizione: «Le strategie qui definite puntano a supportare gli Stati membri nello sviluppo di politiche fattive e di piani di azione che rafforzino il ruolo delle medicine tradizionali e complementari nel garantire la salute della popolazione». Dunque, è la stessa Oms a riconoscere un ruolo importante a tali approcci terapeutici (2) che si discostano dalla medicina allopatica, spesso la integrano ma che soprattutto propongono un diverso approccio alla malattia e alla persona. L’obiettivo per le nazioni dovrà essere quello che «utilizzare il potenziale contributo che le medicine non convenzionali possono fornire alla salute e ad un sistema di cura centrato sulle persone e sul loro benessere» e di «promuovere la sicurezza e l’efficacia di tali medicine regolamentando, facendo ricerca e integrando i prodotti, gli operatori e la pratica nel sistema sanitario, laddove ciò si riveli appropriato».
Una rivoluzione a 360 gradi, dunque? Non è esattamente così, perché l’Oms ha dato da tempo segnali di apertura nei confronti delle medicine tradizionali e non convenzionali. Ad essere fanalino di coda in questo è però senza dubbio l’Italia, dove le autorità governative, la comunità accademica e le grandi schiere di medici allopatici mantengono, nella maggioranza dei casi, un atteggiamento ostile, arroccato, rigido e di criminalizzazione nei confronti degli approcci terapeutici non convenzionali. È evidente come anche per il nostro paese sia giunta l’ora di abbandonare certe posizioni ormai non più giustificate.
Gli obiettivi chiave che si dà l’Oms nel rapporto sono ambiziosi. Innanzi tutto occorre integrare le medicine tradizionali nei sistemi sanitari nazionali, laddove possibile, sviluppando e implementando le politiche e i programmi nazionali in questa direzione; un’altra raccomandazione è quella di promuovere la sicurezza, l’efficacia e la qualità delle medicine non allopatiche ampliandone le conoscenze di base, fornendo linee guida sulla regolamentazione e assicurando standard di qualità. L’Oms raccomanda anche agli Stati di aumentare la disponibilità e l’accesso a tali medicine, soprattutto per le fasce di popolazione meno abbienti e ne sollecita un uso razionale.
Peraltro l’Organizzazione mondiale della sanità fonda le sue raccomandazione su dati che parlano da soli e che non possono essere smentiti. In Europa oltre cento milioni di persone utilizzano correntemente le medicine tradizionali e non convenzionali; altri milioni di persone vengono curate con questi approcci diagnostici e terapeutici in Africa, Asia, Australia e Nord America. «Questo documento era molto atteso da tutta la comunità medica e i professionisti che si occupano di medicine non convenzionali» ha spiegato il dottor Paolo Roberti di Sarsina, presidente dell’associazione Medicina incentrata sulla persona e autore di alcuni studi citati nella bibliografia utilizzata dal gruppo di studio Oms che ha redatto il documento (3). «Questo rapporto potrà aiutare i leader sanitari a sviluppare soluzioni che contribuiscano a una visione più ampia, necessaria per sviluppare il concetto di salute e per aumentare l’autonomia del paziente. La strategia ha due obiettivi fondamentali: sostenere gli Stati membri a sfruttare il contributo delle medicine tradizionali e non convenzionali per la salute, il benessere, la sanità, una medicina che possa finalmente essere centrata sulla persona e per promuovere l’uso sicuro ed efficace di questi approcci diagnostici e terapeutici attraverso la regolamentazione di medicinali e competenze professionali».
Note:
1) La versione integrale del rapporto è disponibile nell’allegato Pdf
2) Il rapporto prende in considerazione le medicine tradizionali vere e proprie come quella cinese, ayurvedica e Unani e le medicine non convenzionali tra cui omeopatia, antroposofia, naturopatia, osteopatia e chiropratica.
3) http://www.medicinacentratasullapersona.org/
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