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La chemioterapia può favorire il ritorno del tumore

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Uno studio americano conferma che la chemioterapia potrebbe far ricrescere le cellule tumorali e provocare una maggiore resistenza soprattutto nei trattamenti prolungati
Quando si parla di tumore non ci si può andare alla leggera. Rimane il fatto che al flagello dell’ultimo secolo, che bersaglia soprattutto le società più opulente, non si è ancora trovato un rimedio efficace. E la chemioterapia, che rimane il principale strumento terapeutico praticato dagli oncologi, potrebbe addirittura aumentare i rischi di una ‘ricrescita veloce’ della neoplasia. Oltre a distruggere le cellule cancerose nei pazienti colpiti da tumore, la chemioterapia potrebbe, finire per causare l’effetto contrario a quello desiderato.  L’ipotesi che da anni circola anche negli ambienti medici è stata confermata da uno studio condotto da un team di scienziati del Fred Hutchinson cancer center di Seattle e pubblicato su Nature Medicine.
I ricercatori hanno osservato che la chemioterapia non soltanto uccide le cellule che si dividono velocemente, ossia quelle cancerose, ma al tempo stesso determina danni nelle cellule sane, inducendo la secrezione della proteina WNT16B che ‘sostiene’ la crescita delle cellule tumorali.
Il meccanismo osservato in campioni di tessuto sia sano che malato prelevati da pazienti colpiti dai tumori della prostata, del seno e delle ovaie, consiste nella aumentata secrezione della proteina da parte delle cellule sane che circondano il cancro.
La proteina WNT16B viene dunque ‘agganciata’ dalle cellule tumorali che inziano a crescere nuovamente.
“I nostri risultati – si legge nel rapporto pubblicato su ‘Nature Medicine’ – illustrano come siano i danni nelle cellule sane causati dalla chemioterapia che possono contrbuire direttamente al ritorno del tumore”.
Lo studio pubblicato su Nature Medicine conferma anche un altro elemento noto da tempo tra gli oncologi: i tumori rispondono bene alle prime chemio salvo poi ricrescere rapidamente e sviluppando una resistenza maggiore ad ulteriori trattamenti chemioterapici.
Fonte: Informasalus.it

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