Ogni dente, con la sua posizione e il suo stato di salute, ci parla di un disagio o di un possibile squilibrio. Pertanto il punto di partenza non è tanto la correzione forzata, ma la ricerca delle cause di tali anomalie per permettere al corpo di ritrovare l’equilibrio in modo dolce e naturale.
Ogni singola parte del nostro corpo ci rappresenta interamente: secondo il concetto di archetipo, infatti, elaborato da Carl Gustav Jung, custodiamo in noi stessi la memoria del Tutto, dal momento che deriviamo tutti da un’unica cellula primordiale.
Ogni perturbazione, malattia o trauma viene registrata dai nostri organi, denti compresi. Gli squilibri del cavo orale sono allora indice di un individuo non in armonia e la posizione dei denti può rivelare una situazione di conflitto o sofferenza psicoaffettiva.
Guarire i denti, guarire se stessi
Negli ultimi anni si è assistito a un aumento esponenziale di bambini e adulti con apparecchi dentari, prescritti per correggere storture, asimmetrie, anomalie del palato, difetti lievi o gravi della bocca e dei denti. Questo accade perché la grande maggioranza delle persone si affida all’odontoiatria e all’ortodonzia convenzionali. Eppure qualcosa sta cambiando: stanno aumentando i dentisti, e di conseguenza i pazienti, che non considerano più i denti solo come un «pezzo» del nostro corpo, da tirare, spostare o rimuovere, indipendentemente da tutto il resto dell’organismo, ma che invece intendono la bocca e le sue condizioni come un’espressione dello stato dell’Io, una richiesta di aiuto fisica e psicologica dell’individuo.
Lo sa bene il dottor Michel Montaud, medico dentista e cofondatore dell’École de Dentosophie, istituto che ha formato un gran numero di dentisti, anche italiani. La Dentosofia propone un approccio completamente diverso – come spiega Montaud nel suo ultimo libro Cosa dicono i nostri denti – una bocca squilibrata è sintomo di un individuo non in armonia e la posizione dei denti, visti sia singolarmente che nel loro insieme, può rivelare una determinata situazione psicoaffettiva. La bocca è la «porta» attraverso la quale si rende conscio l’inconscio. La posizione assunta dai denti è l’espressione dello stato psicoaffettivo della persona e agendo sui denti con mezzi olistici, si può intervenire non soltanto sulla postura e sulla respirazione, ma anche sulla psicoaffettività.
L’equilibrio e il disequilibrio
Nella bocca viene distinta una polarità maschile a destra e una femminile a sinistra.
Quando una bocca si è sviluppata del tutto, senza alcun impedimento, funziona in modo armonioso. Nessuna parte prevale sull’altra, né la danneggia; maschile e femminile sono in armonia.
Le distorsioni mostrano in che modo abbiamo reagito di fronte a situazioni conflittuali e sono come stampelle che ci permettono di avere un relativo pseudo-equilibrio anche se rappresentano sempre una limitazione.
La compensazione psicologica, ovvero il tipo di funzionamento che abbiamo adottato, ripristina un certo equilibrio tra maschile e femminile, tuttavia ne risulta una tensione continua tra pseudo-maschile e pseudo-femminile.
In una bocca equilibrata la mandibola si muove a destra e a sinistra durante i movimenti di masticazione sollecitando la struttura ossea della mascella, proprio come camminando stimoliamo fisiologicamente in modo alternato i muscoli, i legamenti, i tendini e le ossa delle gambe.
Quando la sollecitazione è troppo forte, insufficiente oppure disequilibrata, vale a dire più accentuata da una parte che dall’altra, la struttura degenera per mancanza di stimoli adeguati. Ma in realtà tutti mastichiamo di preferenza da un lato, che corrisponde a uno specifico funzionamento psico-affettivo.
Anche la masticazione ha un suo significato profondo
«Chi mastica prevalentemente a destra è ipersensibile e ha reazioni molti forti» prosegue Montaud. «Interiorizza le sue emozioni per esprimerle in seguito, con la collera, come una pentola a pressione che a un certo punto fa uscire un po’ di vapore per non esplodere. Può anche arrivare a interiorizzarle del tutto, letteralmente «incistandole» dentro di sé, una situazione non particolarmente favorevole all’equilibrio personale. In genere queste persone funzionano in modo maschile, ragionano, analizzano, sono molto perseveranti e non mollano facilmente l’osso».
«Chi mastica prevalentemente a sinistra invece viene sopraffatto dalle emozioni. Non riesce a controllarle e arrossisce o piange facilmente, anche se non vuole. Queste persone sono spesso creative, intuitive e con spiccato senso artistico, funzionano in modo prettamente femminile. La masticazione unilaterale è il segno esteriore, fisico e visibile, di un comportamento interiore e invisibile. Se non viene corretta, nel tempo si consolida un funzionamento anomalo che diviene sempre più invalidante. La perdita ossea in corrispondenza delle sovra o sotto-sollecitazioni e il disequilibrio interiore si fanno sempre più accentuati».
Il trattamento con la dentosofia, come spiega Montaud, permette di sperimentare un maschile e un femminile autentici e di superare così i meccanismi di compensazione, eliminando di conseguenza i sintomi.
Quello che i denti raccontano
* L’asse orizzontale separa l’osso mascellare superiore dal mascellare inferiore, come un confine fra il desiderio e l’universo concreto;
* l’asse perpendicolare delimita a destra ciò che corrisponde all’emisfero cerebrale sinistro (la dimensione analitica, razionale, materiale, concreta) e a sinistra ciò che corrisponde all’emisfero cerebrale destro (la dimensione della sensibilità, del desiderio, dell’affettività, della percezione interiore).
Possiamo quindi definire i quadranti come segue:
Quadranti superiori riguardano le aspirazioni e quelli inferiori l’attuazione concreta;
Quadranti destri riguardano il futuro, il divenire, e quelli sinistri il passato.
Quadrante superiore destro: aspiro a poter manifestare qualcosa di concreto nel mondo esterno.
Quadrante superiore sinistro: aspiro a esprimere un sentimento che è già dentro di me.
Quadrante inferiore destro: attuo nella dimensione concreta la mia aspirazione; è l’ambito lavorativo in cui si incarnano le nostre aspirazioni.
Quadrante inferiore sinistro: traduco in manifestazione la mia sensibilità.
L’esame globale per mezzo di una radiografia panoramica dentaria permette di valutare il vissuto emozionale della persona, e rivela totali o parziali mancanze di denti. Ci si può allora chiedere perché è stata toccata soltanto la parte destra o sinistra, soltanto la parte superiore o inferiore… Spesso risulta che chi ha perso tutti i denti superiori ha difficoltà nell’esprimere i propri desideri; e chi ha perso tutti i denti inferiori ha difficoltà nel passare dal desiderio alla sua realizzazione.
I casi in cui un quarto della bocca è sdentata sono numerosi, e se si tratta della parte superiore destra il problema è la difficoltà di trovare il proprio posto; se si tratta della parte superiore sinistra la difficoltà sta nel realizzare il proprio desiderio d’essere; se si tratta della parte inferiore destra, la difficoltà sta nel costruire la propria vita in modo concreto; se si tratta della parte inferiore sinistra, la difficoltà sta nel non riconoscimento affettivo in ambito familiare.
A volte accade che i denti presentino delle amelolisi, ossia delle sfaccettature dovute all’usura: sono abrasioni con perdita dello smalto per le quali non esiste alcuna spiegazione fisiologica. Tuttavia, interrogando brevemente il paziente, si riscontra che questa persona spesso si fa «usare» dal prossimo. Lo smalto costituisce infatti la protezione del dente, e la sua mancanza traduce una scarsa barriera difensiva.
L’invito di Michel Montaud
«Per ritrovare la salute, cioè uno stato di guarigione incessante, dobbiamo impegnarci in prima persona a scoprire come mai si presenta quella determinata malattia, con quei sintomi. La soluzione è dentro di noi, la guarigione non arriva dall’esterno». «La metamorfosi della bocca, con il cambiamento interiore che l’accompagna, è la prova tangibile che qualcosa sfugge ancora alla nostra comprensione ed è la dimostrazione evidente che cambiamenti impensabili secondo i criteri convenzionali sono invece possibili, anche se non ne conosciamo il meccanismo. I casi clinici e le testimonianze ci aiutano a prendere atto della nostra ignoranza e a superare le nostre paure. La scienza ha studiato meravigliosamente ciò che del nostro corpo si può vedere e toccare, ma ha trascurato la parte invisibile, pari forse addirittura al 99%. Non possiamo negare l’esistenza di pensieri ed emozioni solo perché non siamo in grado di vederli. Se avremo la volontà di allargare le nostre prospettive, la dentosofia potrà aprirci orizzonti sconfinati».
Il dottor Renzo Ovidi ha pubblicato con Terra Nuova Edizioni due titoli dedicati alla dentosofia:
Definizione di Dentosofia (o Saggezza dei Denti):
“Terapia caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica e che si basa su tecniche funzionali evidenziando il legame tra l’equilibrio della bocca, l’equilibrio dell’essere umano e, in senso più lato, quello del mondo intero”.
Ma cosa significa tutto ciò? Esisterebbe un legame tra i denti, l’essere umano e il mondo! Come si può fare una simile affermazione?
L’essere umano porta dentro di sé i quattro regni: il regno minerale, il regno vegetale, il regno animale e il regno umano. Lo smalto dei denti è costituito unicamente di minerali. Si tratta del regno più arcaico nell’essere umano, dove si fissano le memorie e i conflitti più antichi. La bocca può essere utile per decifrare questi elementi, che vi sono impressi.
Da molti anni, il nostro lavoro comune ha messo in evidenza legami inconfutabili tra l’equilibrio della bocca, l’equilibrio dell’essere umano e, di conseguenza, quello del mondo, dato che siamo proprio noi esseri umani a creare il mondo in cui viviamo. Allora, che legami vi sono tra la bocca, l’uomo e il mondo? Un essere può rivelare se stesso attraverso la propria bocca? Utopia? Realtà? La bocca e i denti ci parlano. Ascoltiamoli, guardiamoli, comprendiamoli.