L’uso di farmaci cannabinoidi in Toscana viene legalizzato per finalità terapeutiche. Combattere il dolore senza pregiudizi e con le sostanze ricavate dalla mariujana
Il Consiglio regionale della Toscana ha detto sì alla Cannabis. Non parliamo dell’uso ricreativo della marjuana, ma della sua funzione terapeutica, ampiamente riconosciuta dalla letteratura scientifica. Con un voto di larga maggioranza è stata approvata la proposta di legge che consente nella sola regione l’uso della cannabis per combattere il dolore, nelle cure palliative e in alcuni tipi di terapie. Per inciso si tratta della prima Regione italiana a disciplinare l’utilizzo della cannabis e farmaci cannabinoidi come ausilio terapeutico all’interno del Servizio sanitario regionale. A favore si sono pronunciati i partiti di maggioranza con Pd, Idv, Fds-Verdi, con l’aggiunta del consigliere del Pdl Marco Taradash e parte del Gruppo misto Ciucchi e Romanelli. Hanno votato contro invece le destre con Pdl, Udc e parte del gruppo misto. “L’efficacia farmacologica dei cannabinoidi si fonda su acquisizioni scientifiche, sperimentazioni e pratiche cliniche sempre più diffuse a livello mondiale” recita la relazione presentata in seno alla proposta di legge.
Vengono indicati anche i principali ambiti di cura e quelli in fase di studio: è oggi disponibile a livello scientifico una “compiuta valutazione dell’impiego clinico dei cannabinoidi nella cura del glaucoma, nella prevenzione dell’emesi, nel controllo di alcune spasticità croniche, come adiuvante nel controllo del dolore cronico neuropatico associato a sclerosi multipla, nel trattamento del dolore nei pazienti affetti da cancro. Da sperimentazioni scientifiche risulterebbe inoltre che i cannabinoidi hanno proprietà di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, quali la morfina e i suoi analoghi, necessari a lenire il dolore nei malati oncologici sottoposti a trattamenti cronici, evitando così i fenomeni di assuefazione, caratteristici degli oppiacei”.
La legge si applica alle strutture del servizio sanitario regionale e alle aziende ospedaliere universitarie, oltre che alle strutture private accreditate che erogano prestazioni in regime ospedaliero. Alla Giunta regionale spetta invece il compito di definire gli indirizzi per l’uniformità organizzativa e procedurale, cui le aziende sanitarie si dovranno adeguare.
Entusiasta il commento dei radicali. “Quello della Regione Toscana è un atto di civiltà per il riconoscimento della libertà di cura e per superare il divorzio tra scienza e potere” ha commentato il segretario nazionale del partito Mario Staderini. “Vietare e ostacolare l’uso terapeutico della cannabis è una follia figlia dell’ideologia proibizionista, la stessa che rincorre politiche criminogene che fanno di un problema sanitario una questione di ordine pubblico”.
In via teorica l’uso dei principi cannabinoidi era già stato sancito da un decreto del 2007, firmato dall’ex ministro alla Sanità Livia Turco. Ma gli ospedali e le cliniche sanitarie non erano di fatto in condizione di poter utilizzare i medicinali. D’ora in poi le strutture sanitarie toscane, ivi comprese quelle convenzionate con il sistema sanitario regionale potranno acquistare direttamente i farmaci e somministrarli in modo diretto.