La salsapariglia indiana, usata da secoli sia in India che dalle popolazioni indigene del Centro e del Sud America, avrebbe proprietà antitumorali attive. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget; si tratta di un prodotto di origine naturale in grado di provocare la “morte cellulare immunogenica”, mirata sul tumore.
Una pianta utilizzata da secoli nella medicina tradizionale in Asia e in Sud America potrebbe rivelarsi un alleato prezioso nella
lotta contro i tumori. In un articolo
pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget, un gruppo di ricercatori ha mostrato come l’estratto di
salsapariglia indiana (Hemidesmus indicus) sia in grado di
uccidere le cellule tumorali attivando al tempo stesso i meccanismi di difesa del sistema immunitario: una particolare capacità antitumorale nota come “
morte cellulare immunogenica” che non era mai stata osservata prima in un prodotto di origine naturale.
Usata in medicina ayurvedica
La salsapariglia indiana è usata nella medicina ayurvedica in India e dalle popolazioni indigene del Centro e del Sud America per curare diversi tipi di disturbi. “La medicina tradizionale ne consiglia l’uso sotto forma di decotto della sua radice”, conferma Elena Catanzaro. “Si tratta di un rimedio utilizzato da secoli in diverse parti del mondo e per questo abbiamo voluto analizzarne le caratteristiche in modo scientifico, utilizzando gli strumenti avanzati a nostra disposizione”. Un’indagine che ha subito prodotto risultati promettenti.
“Le prime scoperte interessanti su questa pianta sono arrivate già negli scorsi anni: con una serie di articoli abbiamo mostrato che Hemidesmus indicus è in grado di proteggere il DNA delle cellule da lesioni potenzialmente cancerogene”, conferma la ricercatrice. Il nuovo studio fa però un importante passo avanti. “Con questa nuova ricerca, per la prima volta, abbiamo messoin luce come la salsapariglia indiana abbia anche la capacità di combattere attivamente i tumori”.
Efficacia selettiva
Uno dei problemi principali della lotta contro il cancro è che il sistema immunitario non è in grado di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali, cosa che finisce per limitare l’efficacia delle terapie farmacologiche tradizionali. Per superare questo ostacolo, la ricerca si è allora concentrata su una serie di trattamenti in grado di risvegliare la risposta immunitaria, che però a loro volta non colpiscono direttamente le cellule tumorali. Due diverse direzioni terapeutiche che con Hemidesmus indicus potrebbero ricongiungersi su un terreno comune.
“L’estratto di Hemidesmus indicus – spiega Elena Catanzaro – ha un duplice effetto antitumorale: da una parte è in grado di uccidere le cellule tumorali e dall’altra fa sì che le cellule morenti siano riconosciute dal sistema immunitario, provocando così la naturale attivazione dei meccanismi di difesa dell’organismo. Si tratta di un fenomeno noto come morte cellulare immunogenica, e la salsapariglia indiana è un prodotto di origine naturale capace di provocarlo”.
L’estratto di Hemidesmus indicus permetterebbe quindi anche di stimolare il sistema immunitario, sostenendo così la risposta dell’organismo nel combattere la malattia. I ricercatori ne hanno testato l’efficacia con successo su cellule di tumore del colon e del retto.
Una nuova speranza per la lotta contro il cancro? Elena Catanzaro è cauta ma ottimista. “Questi risultati sono solo un primo passo. Ma i dati che abbiamo ottenuto sono particolarmente promettenti: crediamo molto nelle proprietà di questa pianta”.
Letture utili
Il cancro rappresenta uno dei problemi più gravi per le società contemporanee in quanto coinvolge non solo l’ambito sanitario, ma ha profonde ripercussioni psicologiche, emotive e sociali. Alla luce della complessità del fenomeno, il libro
“Prevenire e curare il cancro con l’alimentazione e le terapie naturali” (Terra Nuova Edizioni) aiuta ad affrontare le malattie tumorali da punti di vista oggi trascurati dalla medicina convenzionale.
Dopo aver brevemente spiegato che cosa sono i tumori e in che cosa consistono le terapie convenzionali, l’autore, il dottor Paolo Giordo, offre una rassegna dei principali approcci elaborati in seno alle medicine naturali: metodo Kousmine, formula Caisse, Hamer, Di Bella, Breuss, Costacurta e molti altri. Sono proposte ai lettori, voci fuori dal coro che bisogna conoscere per poterle poi giudicare.
Di indiscussa rilevanza gli ultimi cinque capitoli del libro, dove viene descritto il ruolo centrale dell’alimentazione: Giordo presenta sia i cibi che hanno un impatto negativo sulla salute, sia quelli che possono svolgere un’azione preventiva; inoltre viene illustrata la migliore dieta anticancro e quali alimenti è meglio impiegare a scopo curativo.
Si tratta di un volume unico nel suo genere per chiarezza, completezza, capacità di sintesi e per la delicatezza con cui viene affrontato un tema in grado di generare sofferenza e disperazione.