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Le malattie debellate con l’igiene, non con i vaccini

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La drastica riduzione del tasso di mortalità infantile non è imputabile all’introduzione dei vaccini di massa. Grazie al miglioramento delle condizioni ambientali, alimentari e igieniche abbiamo debellato le malattie più pericolose
Un interessante articolo del dott. Eugenio Serravalle di questi giorni ha tracciato la storia delle malattie infantili, facendo chiarezza sull’effettivo ruolo esercitato dai vaccini. Secondo questa ricostruzione la mortalità dei bambini sotto i cinque anni va soprattutto correlata non tanto all’introduzione delle vaccinazioni di massa, ma alle mutate condizioni ambientali, alimentari e igienico-sanitarie di un Paese.
Nel nostro Paese nel 1895 la mortalità sotto i 5 anni in Italia era del 326 per mille nati vivi, nel 65% dei casi in conseguenza di malattie infettive. Le gastroenteriti, le appendiciti e le febbri tifoidi e paratifoidi rappresentavano circa il 26% di tutti i decessi, l’influenza la bronchite e la polmonite circa il 21%. La tubercolosi era responsabile di circa il 4% della mortalità totale. Le altre malattie infettive e respiratorie rappresentavano il 14% della mortalità, il morbillo il 3%, la meningite il 3%, la pertosse il 2%, e la malaria il 2%. Negli anni successivi, fino al 1931, il tasso di mortalità si dimezzò passando a 170 per 1.000 nati vivi.
Alcune malattie infettive, come vaiolo e difterite (il vaccino verrà introdotto solo nel 1939) arrivarono quasi a scomparire nel periodo in esame, altre (scarlattina, pertosse, morbillo e malaria) diminuirono in maniera consistente (senza alcuna vaccinazione). Le gastroenteriti rimasero tra le cause di morte più importanti fino agli inizi degli anni ‘30 . Nel periodo successivo, dagli anni ‘30 agli anni ‘60, il tasso di mortalità totale diminuì del 72%. Si ridussero drasticamente le malattie infettive e assunsero progressivamente un ruolo predominante le malattie congenite e perinatali. Si arriva così ai nostri giorni con un declino della mortalità di un ulteriore 91%. Nel 2011 il numero di bambini morti nel primo anno di vita è sceso a 1774 e quello tra 1 e 5 anni a 310 (il tasso è di 3,9 per 1.000 nati vivi) con un cambiamento significativo delle cause di morte; le malformazioni congenite e le condizioni di origine perinatale, comprese nel gruppo altre cause di morte, passano dal 34% nel 1895 al 57% nel 1961 al 95% nel 2011.
Come mostrano le tabelle riportate da Serravalle la riduzione della mortalità ha riguardato malattie per cui non esiste il vaccino, come la malaria, o per cui non si è praticata il vaccino di massa, come la tubercolosi, la gastroenterite, la colite, l’appendicite, le febbri tifoidi.
Leggi l’articolo originale con i grafici su http://www.eugenioserravalle.com/

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