Di amianto si continua a morire. E in Italia mancano i soldi per fare le bonifiche. Ancora 3,5 milioni di tonnellate di materiali da eliminare, circa il 99%. Lo Stato si arrende?
Di amianto si continua a morire. E in Italia mancano i soldi per fare le bonifiche.
A Casale Monferrato ieri si è svolta la presentazione dei “Quaderni della Salute”, dal titolo “Stato dell’arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate” alla presenza del ministro della salute Balduzzi. E così sono ricomparsi dei dati sulla presenza dell’amianto nel nostro Paese e sui luoghi ancora da bonificare. Dati allarmanti che destano forti preoccupazioni in un territorio in cui l’amianto continua a mietere molte vittime.
Appena prima dell’evento il Ministro ha fatto sapere che le risorse economiche disponibili non saranno sufficienti per bonificare tutti i luoghi inquinati dal pericoloso materiale.
Il presidente del Comitato Vertenza Amianto ha sollevato la necessità di continuare con un serio piano di prevenzione dal rischio amianto. E per questo ci vorrebbero dei fondi: per attuare i piani di bonifica, censimenti e aiuti per i cittadini attraverso incentivi e strutture di smaltimento. “Queste sono tutte cose che ancora oggi mancano e che attendiamo dalla messa al bando dell’amianto nel 1992”. Ma a quanto pare le operazioni di bonifica registreranno un arresto per mancanza di fondi.
Le malattie correlate all’amianto rappresentano “un’emergenza nazionale – ha commentato il ministro – che impone un insieme coordinato di interventi a partire dalla bonifica dei siti maggiormente contaminati, dal loro monitoraggio nonché dalla predisposizione di percorsi diagnostico-terapeutici per i pazienti e di sostegno per le famiglie”.
Il nostro Paese è in una vera e propria emergenza amianto. Ad oggi risultano circa 3,5 milioni di tonnellate di materiali pericolosi da eliminare circa il 99 per cento del totale prodotto in Italia. Del resto l’Italia è stata una dei maggiori produttori al mondo di manufatti realizzati con amianto. Balduzzi ha dichiarato che i siti contaminati sono troppi, ben 12 siti di interesse nazionale e 34mila considerati pericolosi. E l’Italia dice di non avere denaro sufficiente per assicurare la bonifica.
“Gli interventi finora sono stati a pelle di leopardo – ha detto Balduzzi – Per fare il punto abbiamo lanciato l’iniziativa di una seconda Conferenza nazionale sull’amianto che si terrà a novembre a Venezia. È urgente la creazione di una rete della ricerca sull’amianto e delle azioni di sanità pubblica, per mettere in comune le informazioni e i risultati del lavoro di tanti ricercatori impegnati in questo settore”.