È online la prima banca dati italiana che raccoglie gli studi prodotti in letteratura scientifica a livello internazionale sull’efficacia e la validità dell’omeopatia. L’iniziativa è della Federazione delle associazioni e dei medici omeopati (Fiamo) ed è accessibile a chiunque voglia consultare le pubblicazioni più importanti e affidabili in materia.
Il ‘
Databaseomeopatia‘ «è un lavoro nato con l’obiettivo di rendere più facilmente accessibile la consultazione delle ricerche più importanti in omeopatia» spiega il dottor
Francesco Marino, vicepresidente della Fiamo e curatore del progetto. E
raccoglie oltre mille studi e revisioni su medicinali omeopatici pubblicati e indicizzati, dal 1949 a oggi, afferenti all’intera letteratura medico scientifica.
Tra questi, figurano 16 meta-analisi, 244 studi randomizzati in singolo o doppio cieco versus placebo o farmaco di confronto, ricerca di base chimico fisica, studi preclinici, revisioni sistematiche con meta-analisi, agro-omeopatia, ecc. Tutte le referenze, estrapolate da banche dati medico-scientifiche come Pubmed, Embase, Scopus, Core-Hom e Google Scholar, garantiscono fonti affidabili e comprese nella Ebm (Evidence Based Medicine); sono stati invece esclusi dal database studi comparsi su riviste a pubblicazione discrezionale, libri, atti congressuali, riviste non accessibili da Internet, riviste divulgative, editoriali e commenti ad articoli.
Gli articoli scientifici
Ogni singolo articolo scientifico è ricercabile per autore, anno di pubblicazione, editore e keywords, mentre a ogni referenza inserita corrisponde il link per accedere all’abstract dell’articolo. Le pubblicazioni sono suddivise in 9 sezioni riconoscibili grazie alle infografiche identificative: studi in agro omeopatia, ricerca di base chimico fisica, studi preclinici, studi Rct, studi osservazionali, revisioni sistematiche con meta-analisi, revisioni sistematiche qualitative, case report, studi in veterinaria.Un contributo alla letteratura scientifica in omeopatia arriva dagli studi di Vittorio Elia, chimico fisico che ha dedicato gran parte dei suoi 52 anni di ricerca allo studio dell’acqua, in particolare quella trattata con i protocolli della medicina omeopatica.
L’acqua, sostanza senza la quale non esisterebbe la vita sulla terra, “è l’elemento più studiato al mondo ma resta ancora il più misterioso, ed è incredibilmente affascinante e sorprendente”, spiega il ricercatore. Dopo aver insegnato Elettrochimica all’Università Federico II di Napoli, Elia ora si dedica ‘full time’ agli studi sull’acqua, dai quali “sono emerse tantissime proprietà e risposte agli stimoli esterni, assolutamente impensabili fino ad oggi, tutti misurabili con strumentazioni ortodosse”, commenta. E i risultati ottenuti, in sintesi, hanno fondamentalmente mostrato che l’acqua risulta profondamente cambiata nelle sue caratteristiche.
“Le diluizioni omeopatiche, da un punto di vista chimico – spiega ancora il ricercatore – non contengono alcuna molecola del principio attivo iniziale, ma si fa un errore metodologico quando si trae la conclusione che non possano funzionare. L’errore sta nel fatto che l’acqua non può essere trattata come un oggetto inerte, perché prende parte ai processi, come ho dimostrato in circa 50 pubblicazioni scientifiche».
«Ma queste proprietà sono talmente nuove che non vi è una teoria che riesce a metterle insieme. Sul piano sperimentale – si dice certo Elia – l’acqua che ha subìto il trattamento omeopatico è un’acqua con proprietà chimico-fisiche completamente diverse, le più facilmente misurabili, un’acqua che ha mutato la sua struttura molecolare. Su questo piano siamo alla certezza più assoluta nel dire che questi procedimenti modificano l’acqua”.
Le letture utili
Per approfondimenti sul tema è disponibile il dossier “B asta una goccia” pubblicato sul numero di maggio del mensile Terra Nuova. È possibile acquistarne una copia come arretrato oppure è acquistabile anche il singolo pdf.
Nel dossier, esperti, medici e studiosi ribadiscono come sull’omeopatia le evidenze scientifiche ci siano e ne portano le dimostrazioni. Poi avvertono: «È ora di finirla con il pensiero unico».
Interviste anche sul documentario “Just one drop” e sull’esposto al difensore civico del Commonwealth presentato dall’Australian Homeopathic Association in relazione alla presa di posizione del National Health and Medical Research Council australiano che nel 2015 aveva diffusoun documento affermando come non esistessero prove dell’efficacia dell’omeopatia.